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L’orribile dittatore dello Zimbabwe, l’omofobo razzista intollerante ed anti-occidentale Robert Mugabe, 93 anni, al potere da 37 anni, responsabile principale del disastro economico del paese e dell’estrema povertà dei suoi cittadini, è stato arrestato dal suo vicepresidente e posto agli arresti insieme alla moglie. La sua incolumità, affermano fonti dei golpisti, è “garantita”.
In giornata è atteso un incontro tra Mugabe ed il suo vice Emmerson Mnangagwa – esiliato pochi giorni fa e ritornato in patria per saldare i conti con il suo ex capo – che dovrebbe portare alla rinuncia al potere del vecchio e spietato tiranno e lasciare le redini del potere a Mnangagwa che traghetterà lo Zimbabwe verso nuove elezioni previste per il prossimo giugno 2018.
Finisce l’era di uno dei più spietati e viscidi dittatori africani e della sua ferocia antioccidentale, anti-razza bianca, delle sue dichiarazioni contro le minoranze sessuali, del suo impossessarsi di aiuti occidentali destinati alla popolazione e allo sviluppo economico della nazione. Non è detto che il futuro sia migliore del passato e del presente. Il fatto che i golpisti stiano dicendo che non c’è nessuno golpe non promette bene.
(15 novembre 2017)
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