di Giovanna Di Rosa, twitter@gaiaitaliacom
L’ex capo della campagna del presidente Donald Trump, Paul Manafort, si è costituito all’Fbi dopo che le autorità a capo del Federal Bureau lo avevano esplicitamente invitato a consegnarsi insieme all’uomo d’affari legato al Presidente, Rick Gates. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti che non chiariscono per quale delle accuse l’uomo sia stato chiamato a comparire considerando che sono dodici i reati contestati nell’ambito dell’inchiesta Russiagate tra i quali la cospirazione e il riciclaggio.
Immediata la reazione del presidente statunitense che su Twitter, suo strumento di tortura preferito, ha scritto: “Mi dispiace, ma i fatti per cui è accusato risalgono a prima che Manafort facesse parte della campagna mia elettorale”.
Sorry, but this is years ago, before Paul Manafort was part of the Trump campaign. But why aren’t Crooked Hillary & the Dems the focus?????
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 30 ottobre 2017
….Also, there is NO COLLUSION!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 30 ottobre 2017
Viene da chiedersi come mai Trump scriva “Sorry”, ma siamo nel paese delle boutade e tutto è possibile. Lo stratega repubblicano, non così abile verrebbe da dire, sempre secondo il New York Times, avrebbe partecipato nel 2016 a un incontro con alcuni personaggi legati a Mosca, che gli avrebbero promesso rivelazioni compromettenti su Hillary Clinton. A fine luglio quindi gli agenti dell’Fbi avevano effettuato una perquisizione a sorpresa nella sua abitazione, portando via decine di faldoni e documenti.
(30 ottobre 2017)
©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata