di Giancarlo Grassi, twitter@giaitaliacomlo
Di troppa onestà si muore, questo è l’insegnamento che lasceranno ai posteri i guitti a 5Stelle. Si muore di troppa onestà perché di morire di competenza questi non corrono il rischio, ma sì corrono il rischio di doversi dimettere perché scambiano il potere della poltrona con quello che esercitano sul trono della loro stanza da bagno, dopo essere stati eletti (o piazzati lì, dipende) in nome della coerenza, dell’onestà e della lotta al potere corrotto [sic].
Paolo Giordano, l’ormai ex capo di gabinetto della Sindaca di Torino “Quella Brava”, era stato intercettato (e le intercettazioni pubblicate) mentre chiedeva al presidente di Gtt Ceresa di togliere una multa ad un amico; Giordana è coinvolto anche in un altra storiella da nulla, tipo il non inserimento di un debito nei confronti di una società – la Ream – nel bilancio del Comune di Torino, storiella per la quale è indagato, insieme alla sindaca Chiara Appendino e all’assessore Sergio Rolando, per concorso in falso in atto pubblico. Ed è proprio in quell’ambito che la sua telefonata è stata intercettata.
Giordana ha affermato di essere “convinto della correttezza del mio operato e lo dimostrerò nelle sedi opportune. Mi preme, più che ogni altra cosa, tutelare la Città di Torino e l’Amministrazione. Per questa ragione ho prontamente rassegnato le dimissioni nelle mani della Sindaca” che le ha accolte tra le sue braccia che, di questo passo, di prevede diventeranno sempre più capienti.
Giusto nella serata del 27 ottobre era giunta la notizia del secondo avviso di garanzia, che però non è un avviso di garanzia, nei confronti dell’altro sindaco a 5Stelle Nogarin, quello di Livorno, indagato per turbativa d’asta.
(28 ottobre 2017)
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