
di Giancarlo Grassi, twitter@gaiaitaliacom
Non volevano il Rosatellum, così come non volevano l’Italicum, non volevano le riforme costituzionali e non volevano le altre riforme, pur gridando ai quattro venti che il paese ha bisogno di riforme e che le riforme vanno fatte perché il paese è allo sfascio, perché siamo in dittatura, perché la nostra gente ci ha abbandonati… Sono gli svergognati del “No” a tutto nel nome del “No” ad personam. E‘ la stessa strategia utilizzata con Berlusconi e che ora viene applicata a Matteo Renzi: riforme sì, ma come le vogliamo noi al contrario non sono riforme e vanno osteggiate. A Berlusconi andò leggermente meglio: innanzitutto perché le sue erano maggioranze schiaccianti e poi perché l’ometto da Arcore era troppo impegnato a farsi gli affaracci suoi per preoccuparsi di fare le riforme sul serio. In più era sufficientemente abile per far naufragare i sogni di gloria di Massimo D’Alema che vaneggiava in cor suo di spartizioni di spazi televisivi – e quindi politici – grazie a bicamerali: gli andò malissimo ed è ancora incazzato nero.
Il 25 ottobre l’ex leader Massimo, ora fecondo [sic] padre spirituale della nuova cosa di sinistra che come noi nessuno è di sinistra chiamata Mdp, è fieramente salito al Quirinale baffato di tutto punto insieme all’uomo dei piccioni e dei tacchini, già dei giaguari, ed ha comunicato a Mattarella che Mdp non fa più parte della maggioranza. I voti di Mdp sono notoriamente assolutamente necessari al governo, come hanno dimostrato le votazioni sul Rosatellum passate tutte e cinque, nonostante Mdp. Così che ora quelli di Art.1-Mdp che sono stati tutti votati nelle liste del PD (quelle bloccate che andavano benissimo quando erano loro i capolista e che ora non vanno più bene perché rischiano di rimanere fuori dal Parlamento), dovrebbero dimettersi dalla carica di deputati e senatori in blocco. Si chiamerebbe coerenza, ma la loro è più o meno come quella predicata dal M5S.
Per ora l’unica dato certo spendibile nella travagliata storia della Sinistra 2.017 è che Mdp non la vuole tra i piedi nessuno: Fratoianni è tiepido, Vendola tace (non che ci manchi il suo arguto biascicare), Giuliano Pisapia ha detto bye bye be good e da Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani silenzio tombale. Sarà che tutti insieme al 10% di coalizione previsto dal Rosatellum non ci arrivano? E’ un peccato, perché di una sinistra seria e politicamente legata all’oggi e non al passato questo paese ha estremamente bisogno. Così come di una destra europea. Ma questo non è un paese normale. Ed il M5S sta lì a dimostrarlo. Immaginiamo un raffazzonato salire sulla nave dei perdenti dell’ultima ora. Buon pro gli faccia.
Dunque sappiano coloro che ci leggono, che ci leggono proprio perché probabilmente lo sanno già, che tutti gli urlatori che oggi e domani grideranno al Rosatellum sono gli stessi che ieri hanno gridato all’Italicum che hanno gridato alle riforme che grideranno alla dittatura, salvo praticarla internamente, e che hanno fatto fallire il referendum del dicembre 2016 raccontando balle ad un popolo di sordi e ciechi che solo alle balle crede perché la realtà non vuole vederla.
Con questo popolo di ciechi e sordi, che sono la causa del politicume che ci infetta, dovremo continuare a fare i conti perché sono loro a votare facendosi prendere per il naso. Nel frattempo il Rosatellum è stato approvato. Capiremo, al momento di andare a votare, perché lo hanno osteggiato con tanta ferocia.
(26 ottobre 2017)
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