di Il Capo, twitter@gaiaitaliacom
Dopo essere stato la ragione principale dell’attuale situazione tra Spagna e Catalogna, avendo disatteso ogni accordo possibile, dopo avere gettato fango sulla Catalogna e sui suoi governanti; dopo avere puntualmente operato nell’ombra per continuare a succhiare il sangue dell’economia della regione autonoma per fini di stabilità interna utili soltanto al prestigio del Partido Popular; dopo avere lasciato, infine, che il suo ministro degli Interni chiamasse “nazisti” i dirigenti della Catalogna, regolarmente eletti, Mariano Rajoy ha mandato l’esercito. Ed ha quindi chiesto, ed ottenuto, che qualcuno si assumesse la responsabilità dei pestaggi in nome di Madrid e ci mettesse la faccia chiedendo scusa ai Catalani per gli “errori” di alcuni [sic] poliziotti, non credendo a quello che dice. La Guardia Civil è un corpo milirarizzato che poco ha a che vedere con la Polizia così come noi la conosciamo o immaginiamo. Ora è venuto il momento della dichiarazione, ratificazione, d’Indipendenza unilaterale della Catalogna prevista per lunedì 9 ottobre. L’erede di Francisco Franco che siede alla Moncloa, immobile e sinistro come tutti coloro che la chiamano democrazia e la praticano come dittatura, attende che il sacrifico sia consumato: arresteranno Puidgemont, inquisiranno per sedizione, interrogheranno gli appartenenti alle associazioni della società civile, dichiareranno nulla la seduta del parlamento catalano, faranno intervenire i giudici e quindi il Re (un discorso vergognoso quello di Don Felipe, che avrebbe almeno potuto imparare qualcosa da suo padre Juan Carlos), e quindi manderanno i carri armati. Mariano Rajoy è disposto a tutto, ma non crediate che lo faccia per la Spagna. Mariano Rajoy è un uomo che ha fatto qualsiasi cosa per il potere, persino fingere di essere un uomo che non è. La sua sete di dominio e di potere non conosce limiti e la gestisce dalla sua poltrona in Moncloa come se fosse un fatto privato. Mariano Rajoy non è un uomo politico capace di agire “a favore di”, è uomo che deve lavorare “contro qualcuno o qualcosa”. Mariano Rajoy ha bisogno di nemici da distruggere non di pace da costruire. Figurarsi quanto poco possa importargli della Catalogna; figurarsi quanto poco possa importargli che sia stata Madrid, con Franco prima e dal 2003 in poi con tutti i primi ministri dellla storia recente di Spagna, a vessare Barcellona concordando soluzioni che puntualmente da Madrid hanno disatteso, stipulando accordi mai rispettati. L’esasperazione separatista della Catalogna di oggi è il frutto dell’arroganza e del disinteresse di Aznar, Zapatero e Rajoy e della mancanza di responsabilità – e dell’opportunismo politico più bieco – di Partido Popular e Partido Socialista Obrero [sic] de España. Zapatero e Rajoy, amici d’infanzia, le loro famiglie si conoscevano e frequentavano, hanno fatto gli stessi errori da fronti politici diversi e la storia li ha consegnati, gemelli d’azione contro la Catalogna, a considerarsi differenti avendo lo stesso peccato originale. Rubalcaba, che venne dopo Zapatero, continuò con i disastri del suo predecessore. Così ora il PSOE al minimo storico sta dove sta: gamba zoppa di un governo di minoranza che non ha la forzaper decidere nulla. Nemmeno se comprare la carta igienica per i cessi della Moncloa. A quell’accordo di minoranza sono arrivati l’erede di Francisco Franco chiamato Rajoy ed i suoi amichetti del PSOE vendutisi al cattolicesimo torquemadista della borghesia nera spagnola che chiama democrazia la dittatura. Ci sarebbe solo un modo per evitare che Mariano Rajoy continuasse nella sua lunga serie di errori irreparabili e imperdonabili: togliergli la fiducia e mandare la Spagna a nuove elezioni che portino ad un nuovo governo e a nuovi accordi, questa volta da rispettare, con Barcellona. Ma tutti vogliono mostrare i muscoli. In Castiglia e in Catalogna. Così i secondi dichiareranno unilateralmente l’indipendenza e i primi manderanno i carri armati. Mariano Rajoy è capace di farlo. E di fare molto di più. Vogliamo sperare che il PSOE rinsavirà e gli toglierà la fiducia prima che sia troppo tardi. E che quel dio con il quale Rajoy e PP si riempiono la bocca veda e provveda. Libero arbitrio considerando…
(7 ottobre 2017)
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