di Giancarlo Grassi, facebook:giancarlograssi
La televisione di stato spagnola ha offerto, anche oggi, un pessimo esempio di informazione lottizzata in pieno stile Partido Popular, in perfetto stile Mariano Rajoy, degno erede di Aznar la cui colonizzazione dell’informazione fu alla base della sua caduta come semi-onnipotente primo ministro spagnolo. Al servizio della televisione di stato giornalisti compiacenti con Rajoy che denunciano la “farsa” del referendum, le notizie “false” sugli accadimenti, dicono e raccontano che “non ci sono stati” attacchi della Guardia Civil. Raccontano quindi di immagini “false di bambini pestati dai poliziotti” messe in rete e fatte circolare dagli indipendentisti catalani. Questa è la cronaca dei “giornalisti” invitati a TVE, che pur di inimicarsi Mariano Rajoy cedono alla loro dignità umana e professionale, se mai ne hanno avuta una.
Ne deriva che l’immagine in alto si riferisce ad un accadimento che non esiste e non è mai esistito. Ne deriva che tutto ciò che sui social state, stiamo, commentando – le immagini viste, quelle riviste, l’indignazione, la Guardia Civil che pesta una ragazzina col manganello, le donne portate via a forza – ce le siamo inventate, non esistono, sono una farsa.
Saenz De Santamaria, numero due di Rajoy e potentissima baronessa del PP, testimone della buona [sic] borghesia nera spagnola, si è affacciata alla ribalta in tutto il suo nostalgico post-franchismo negando la realtà – è la strategia di comunicazione del PP dal primo insediamento di Mariano Rajoy – e dicendo che il referendum non esiste, non si è tenuto, non c’è stato e quindi non ci possono essere rivendicazioni. Così ragionano i dittatori che accusano gli altri di essere dittatori.
Il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) continua con il suo appoggio a Rajoy ed insieme a lui ha celebrato quest’oggi il suo suicidio politico. Uniche parole sensate sulla situazione quelle ascoltate da alcuni camionisti, due di loro catalani, che stazionano nel parcheggio per autotrasportatori e loro mezzi che sta sotto la sede della nostra redazione. Ad una domanda de Il Capo (che è il nostro editore), che come sapete dal suo pezzo “¡Vizça Catalunya!” è favorevole all’indipendenza della Catalogna, la risposta unanime è stata: “La Indipendencia hay que celebrarla con el voto de 47 millones de españoles y no con siete millones”, risposta che si comprende perfettamente senza bisogno di traduzioni e che non può che valutarsi sensata.
Purtroppo in questa brutta storia di indipendenza e neo-fascismo dei baroni del cattolicesimo nero ispanico, di buon senso se n’è visto poco. Non se n’è visto da parte della dirigenza catalana che ha unilateralmente scatenato la guerra del referendum contro Madrid sapendo benissimo a cosa sarebbe andata incontro e giocando le sue carte per fare uscire allo scoperto la profonda intolleranza verso qualsiasi dissenso del primo ministro Rajoy. Non se n’è visto, ma non c’era da aspettarlo, da Rajoy e dai suoi scagnozzi, un Rajoy che prima di scatenare la furia della Guardia Civil contro i cittadini che andavano a votare, si è nascosto dietro i tribunali, i giudici, infine dietro gli attacchi e i feriti, una cinquantina fino ad ora (uno dei quali piuttosto grave), per reclamare il suo diritto a governare la Spagna da nuovo Caudillo.
Ho la mia opinione su questa bruttissima storia; opinione che mi tengo per me non per censure, su questo giornale ognuno scrive ciò che vuole e nessuno censura nessuno, ma perché non è per scrivere ciò che penso sull’indipendenza catalana che mi sono avventurato nella stesura di questo pezzo. Il mio intento è quello di rendere noto come troppo spesso, nascondendosi dietro democraticissime avventure come quella dell’indipendenza catalana da un lato e della difesa dello Stato dall’altro, coloro che troppo spesso votiamo con superficialità credendo alle loro parole senza guardare ai loro fatti con la dovuta attenzione, utilizziao il potere a loro conferito pro tempore con la brutalità e l’insensatezza che è propria dei dementi che si ritengono onnipotenti ed eterni.
Dopo il 1° ottobre 2017 la Spagna e la sua politica non saranno più le stesse: la brutalità del governo di Rajoy, insieme alla stupidità consapevole ed opportunista della Generalitat di Puidgemont, hanno palesato a tutto il mondo, all’Unione Europea, a tutti coloro che d’indipendentismo languono (e non di nazionalismo, come molti amano dire) che non si è trattato solo di un referendum autoconvocato e del rifiuto di esso, ma del più gigantesco suicidio politico di massa – PP e PSOE da un lato e Generalitat dall’altro – che sia stato consumato in Europa negli ultimi due decenni. Se da un lato l’indipendenza non si fermerà, al PP e al governo spagnolo non sarà servito dare l’ordine alla televisione spagnola di parlare di “referendum illegale” ad ogni collegamento. Ciò che hanno fatto, entrambi gli schieramenti, è devastare l’unità del paese. Non c’è nemmeno da ironizzare facendo loro i complimenti per tanta intelligenza.
(1 ottobre 2017)
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