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Quelli dei 37mila voti (e quelli degli 8mila) che dicono di parlare “a nome degli Italiani”

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di Daniele Santi, twitter@gaiaitaliacom

 

 

Così vennero coloro che con 37mila voti da una parte e 8mila voti dall’altra raccontarono di parlare “a nome degli Italiani”, cosa che oltre ad essere una boutade è anche drammaticamente vera. Il messaggio semplice, un po’ cafone, incolto, immediato, che non richiede un ragionamento, è l’arma di entrambi gli schieramenti che del populismo semplicistico e sempliciotto hanno fatto la bandiera. E non senza risultati.

La cafoneria intellettuale fa presa sull’italiano semplice e cialtrone per il quale uno più uno fa sette, basta che glielo dica la persona giusta o che lo abbia deciso lui stesso sulla base di elaborati ragionamenti che coniugano la partita a carte da bar, le venti erezioni – e conseguenti orgasmi – che sono il vanto da esibire agli amici e pesci da 700 chili ed alcuni metri di lunghezza la cui cattura è leggendaria. Così è l’italico semplice e cialtrone. Così basta poco per convincerlo: anche raccontare che 37mila persone ed altre 8mila – dipende se parliamo di Di Maio o Salvini – rappresentano l’Italia intera.

La vittoria dell’ultradestra neonazista tedesca ha ringalluzzito entrambi i leader, che son fatti della stessa pasta; il Salvini che vuole cancellare le tracce del Bossi battendolo in intolleranza e furbizia politica ed il Di Maio diventando l’imitazione pallida e sbiadita di Silvio Berlusconi, del quale ha già adottato il modo di parlare, il maglioncino girocollo con colletto bianco appena visibile. Entrambi dicono agli Italiani tutti (cioè 37mila più 8 mila): fidatevi di me, io sono il più bravo. E Di Maio cerca di far dimenticare i disastri del M5S in ogni città dove governano e Salvini ciò che la sua Lega Nord ha rubacchiato qua e là per effetto di coloro che la gestivano, ma Salvini era già dentro la Lega e non ha detto una parola.

Seguono le chiese, gli italiani che credono a tutto: vanno da Grillology alla terra piatta, ai vaccini che sono nocivi, alle scie chimiche fino alla credenza popolare delle acque del Sacro Fiume, si mettono corna di mucca in testa, parlano in dialetto, adorano ampolle. Hanno tutti una cosa in comune: una ignoranza terrificante.

Sono quegli Italiani pronti a pendere dalle labbra di due figuri che tutto ciò che sanno fare è giocare a chi grida più forte, salvo poi essere incapaci di gestire il governo, per ragioni differenti, una volta conquistato il potere – sul “salvinismo” vi invitiamo a leggere questo interessante articolo del nostro Vittorio Lussana.

Tutto ciò che sanno fare è raccontare che loro e le loro primarie: 37mila votanti per quelle del M5S, voti multipli di hacker permettendo, e 8mila votanti a quelle della Lega, rappresentano tutta l’Italia, mentre i due milioni e mezzo di votanti alle primarie del Partito Democratico non contano nulla. Cosa dite? Ah, già avete ragione: a far dimenticare la forza politica straordinaria delle primarie PD ci pensano Emiliano, Bersani, Speranza, Cuperlo e D’Alema…




(25 settembre 2017)

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