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Il trionfino di Luigi Di Maio: in arrivo la Grande Riforma dei Congiuntivi

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di Il Capo, twitter@gaiaitaliacom

 

 

Eccolo il candidato premier del M5S: è Luigi Di Maio o Dei Congiuntivi che grazie a 30mila dei 150mila voti disponibili, si è portato a casa una percentuale nemmeno troppo vicina al 30% dei voti del totale staccando i sette nani che lo avevano circondato, perché ogni star che si rispetti – o si senta tale – si circonda di nani. O servi che dir si voglia. Il trionfino non giunge nemmeno inaspettato, delle manovrine della Chiesa di Grillology per incoronare il nuovo Messia sono piene le nostre pagine, e non avrete nessuna difficoltà a trovarle e, se vi parra opportuno, leggerle.

Ci sono alcune beghe inaspettate che hanno reso più amara la vittoria del soldatino di Grillology assurto al ruolo di capetto: il “Niet” di Roberto Fico ha fatto tremare tutto l’universo a 5Stelle e, nonostante anche quotidiani come Repubblica parlino di uno dialogo chiarificatore, il presidente della commissione di Vigilanza Rai ha fatto sapere stamattina a chiare lettere che Di Maio non è il capetto del M5S perché “Il Candidato Premier non è il capo del movimento. Narrano i soliti gossippari da caserma di una promessa di poltrone ministeriali a Fico che ha sdegnosamente rifiutato: “Io non corro per le poltrone”, avrebbe detto. Notasi quanto esitò a sedersi su quella di presidente della Commissione di Vigilanza Rai.

La dichiarazione di Fico segue una logica drammatica del M5S che è quella di svuotare di ogni potere chi viene eletto dal popolo dopo averla raccontata al popolo: Virginia Raggi, Chiara Appendino, il buon Nogarin sono eletti, ma eterodiretti. Eletti svuotati di ogni potere. E la faccenda si presenta in tutto il suo essere drammaticamente inquietante.



Nell’ombra si agitano le imprese dell’hacker che sfida il M5S e l’azienda che lui definisce “Casaleggio Assonnati” e che posta via Twitter le prove delle sue scorribande nei database della piattaforma Rousseau. Gli ultimi tweet dimostrano che può cambiare i dati degli utenti a suo piacimento. Inviteremmo gli arguti tecnici che provvedono all’imbarazzante supporto al sito a darsi da fare per renderlo sicuro, i dati sensibili sono dati sensibili, invece di pubblicare smentite ridicole sulla veridicità del voto online. Il simpatico hacker non punta a sbugiardare il voto, ma a sbugiardare l’azienda. E ci riesc in pieno. Date un’occhiata ai tweet.

 

 

Il M5S naturalmente non si preoccupa e, complici le televisioni di Mediaset che dedicano alle elezioni del premierino mezz’ore di programma, perché in casa Berlusconi si fa di tutto pur di spostare l’Italia a destra, si gode il trionfo mediatico dell’elezione del premier che ha mosso ben 37mila persone (i due milioni del PD di qualche mese fa sono bazzeccole al confronto, n’est pas?).

Da parte sua Luigi Di Maio – pensando alla mamma e a San Gennaro – ha dato il via ai proclami dichiarando che formerà “Una squadra di governo di cui essere orgogliosi”. Quasi lo stesso disse Raggi La Magnifica. Con quali risultati, lo abbiamo visto. Sussurrano i maligni che la prima delle grandi opere del Di Maio premier – perché lui si sente già tale – sarà una Grande Riforma dei Congiuntivi e della Lingua Italiana. Consigliere: Scilipoti. E alle citazioni poetiche Clemente Mastella. Delegato ai corsi di dizione: Ciriaco De Mita.

 




 

(24 settembre 2017)

©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata

 



 

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