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HomeCopertinaSalvini: "Ci chiudono i conti. Vogliono farci fuori". Davvero, ci vuol coraggio

Salvini: “Ci chiudono i conti. Vogliono farci fuori”. Davvero, ci vuol coraggio

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Foto LaPresse/Stefano Cavicchi

di Giancarlo Grassi, twitter@gaiaitaliacom

 

 

C’era da aspettarselo. Nel momento in cui i giudici avessero dato corso al recupero dei 49 milioni di euro che la Lega deve restituire allo stato, sulla base della condanna recente della quale anche noi di Gaiaitalia.com Notizie riferimmo, come da articolo al link in alto. Salvini rispolvera tutta l’antica retorica berlusconiana contro i giudici, tenta di far dimenticare che c’è una condanna e che il blocco di alcuni dei conti correnti della Lega sono una scheggia impazzita che vuole “mettere fuori legge la Lega, vogliono farci fuori, metterci nelle condizioni di non esistere”. Quando la Lega governava con Berlusconi quante volte abbiamo sentito questi stessi discorsi ridicoli, queste stesse accuse tese a nascondere quelli che erano reati commessi e sentenze emesse e conseguenti azioni tese a far rispettare la Legge?

Sono sempre lì gli arzilli pargoli della truffa leghista ai danni dello Stato, quelli che gridavano “Roma ladrona” dalle piazze e poi facevano ciò che volevano con 48 milioni di euro che ora dovranno restituire. Salvini, che diceva che quei problemi erano stati creati da Bossi ora grida esattamente come gridava Bossi, come gridava Berlusconi, ed usa gli stessi argomenti.

Le cose sono chiare: due anni e sei mesi di reclusione a Umberto Bossi, l’ex leader della Lega Nord,  e quattro anni e dieci mesi a Francesco Belsito, l’ex tesoriere, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni: è la condanna per truffa ai danni dello Stato pronunciata dal tribunale di Genova, giudici Marina Orsini, Cristina Dagnino e Daniela Faraggi, pubblico ministero Paola Caleri. La vicenda riguarda l’utilizzo dei soldi del finanziamento pubblico ai partiti destinati alla Lega Nord, 48 milioni di euro, che secondo la sentenza sono stati impiegati per fini propri. Ora i fondi dovranno essere restituiti a Camera e Senato e il giudice ha disposto che i soldi vengano confiscati alla Lega.

 

Scriveva Repubblica:

Per l’accusa, nel periodo tra il 2008 e il 2010 sarebbero stati presentati rendiconti irregolari al Parlamento per ottenere indebitamente fondi pubblici che sarebbero stati usati, in gran parte, per spese personali della famiglia Bossi. Per Belsito è la quarta condanna nel giro di poche settimane. A inizio luglio i giudici milanesi avevano condannato l’ex tesoriere a due anni e sei mesi, il senatur a due anni e tre mesi e il figlio Renzo Bossi a un anno e sei mesi per le spese sostenute dalla famiglia Bossi con i fondi pubblici. Il pm aveva chiesto la condanna a quattro anni per Bossi e quattro e mezzo per Belsito.
Condannati anche i tre ex revisori contabili del partito Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi (rispettivamente a due anni e otto mesi, due anni e otto mesi e un anno e nove mesi) e i due imprenditori Paolo Scala e Stefano Bonet (cinque anni ciascuno). Tutti sono accusati di truffa. L’inchiesta era deflagrata nel 2012 e aveva portato alle dimissioni di Bossi e dei suoi collaboratori. Belsito e i due imprenditori sono accusati anche di riciclaggio perché avrebbero portato oltre confine, a Cipro e in Tanzania, parte dei soldi illecitamente ottenuti.

 

E’ ancora il quotidiano La Repubblica a pubblicare la cronaca dell’esternazione del leader leghista che grida alla Roma Ladrona come i suoi predecessori quando è invece chiaro che i ladroni stanno da qualche altra parte.

 

… “Sono stati bloccati i conti correnti di Imperia, Bologna, Bergamo, Sanremo e Trento” (…) “a fronte di 400mila euro, presunti, utilizzati da Bossi e i suoi figli e Belsito” nella causa che è arrivata a sentenza di primo grado questa estate. L’atto, di cui i vertici della Lega non erano al corrente “perché a noi non è stato recapitato nulla, non abbiamo nessun atto in mano”, è stato disposto dalla magistratura di Genova. La vicenda, che si trascina da anni, è quella della mancata restituzione al Parlamento di circa 59 milioni di rimborsi elettorali “spariti” sui quali sono stati chiamati a rispondere il fondatore Bossi e Francesco Belsito, ex amministratore del Carroccio, ma con un successivo, e anche drammaticoscaricabarile tra i vertici attuali ed ex, inclusi Roberto Maroni e parenti del Senatur.

 

Il segretario del PD Matteo Renzi non ci va giù leggero: “Tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno che dica che c’è un partito che ha rubato i soldi del contribuente”.

“La Lega” ha continuato Renzi, “deve dare 48 milioni di euro del contribuente. E nessuno ne parla. Salvini è tutti i giorni sui talk show, è dappertutto tranne a Bruxelles, e nessuno che gli chieda conto dei soldi”. Salvini risponde da par suo, dicendo che al PD non succede perché “ha più amici dentro la magistratura”, quindi implicitamente Salvini ammette che il problema non è l’innocenza della Lega, ma i suoi nemici dentro la Magistratura? Sarà che la Lega non è più al governo?

Lo scaricabarile delle responsabilità degli squallidi esponenti politici di partiti famigliari pseudorivoluzionari, ma fortemente e profondamente conservatori, continua. Dell’Italia questi se ne fregano, sia chiaro. Ciò che vogliono è solo avere potere, notorietà, poltrone e denari.





(14 settembre 2017)

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