di G.G., #Torino
Eccolo Luigino Di Maio candidato premier del M5S in azione. Eccolo in tutto il suo medievale “riformismo del no a tutto” spalleggiato da “Quella Brava” che a Torino, lo scorso 11 settembre, è salita sul palco insieme al Re della Sgrammatica in uno dei tanti incontri ad uso interno che il M5S fa con risorse e tempo tolto ai cittadini, la maggioranza, che non li hanno votati e che vorrebbero un governo, invece di un’armata brancaleone della contro-riforma.
Dunque se il M5S arriverà al Governo bloccherà la Torino-Lione : questa è solo la prima delle affermazioni di Di Maio; la prima di una lunga serie di utilissime boutade che faranno bene [sic] soprattutto all’economia. E non è a caso che il senatore Pd Stefano Esposito si chieda in un post su Facebook se qualcuno ritiene “utile spiegare ad Appendino che l’alta velocità Torino-Lione è un’opera che può garantire crescita, occupazione e sviluppo per questo territorio?” provocando la reazione di imprenditori e categorie professionali affinché “battano un colpo” a proposito della dichiarazione di Luigi Di Maio delle foto sott’acqua.
Appendino si è spellata le mani applaudendo la sortita anti-Tav ad uso elettorale di Luigino Ex Webmaster, in quelli che Esposito ha definito “gli applausi convinti del sindaco Appendino”. Esposito dice di essere interessato a capire cosa pensino “i rappresentanti delle associazioni di rappresentanza di Torino e del Piemonte che da sempre sostengono l’opportunità della Torino-Lione, di fronte a questo programma elettorale e soprattutto se intendono far arrivare al Sindaco di Torino un messaggio critico rispetto a questa ipotesi“. Esposito si riferisce a Dario Gallina che presiede l’Unione industriale, Alessandro Cherio di Ance o Vincenzo Ilotte presidente della Camera di commercio, e ancora referenti di Cna Torino e Piemonte insieme a molti altri, molti dei quali caduti nel canto ammaliatore di “Quella Brava” salvo poi accorgersi dell’inconsistenza politica di quest’ultima? Sembra un invito a voltare le spalle alla Sindaca che dopo il 3 giugno ha smesso di governare e prima faceva finta, lavorando con le delibere della giunta Fassino sconfitta un anno prima.
O, per dirla in modo crudo, voglia evitare di cascarci ancora.
(12 settembre 2017)
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