di Giancarlo Grassi, twitter@gaiaitaliacom
Al povero Luigi Di Maio non ne va bene una: dopo il “tour” da rockstar con grilline strappantesi umili vesti da donare al divino-dimaio e le migliaia e migliaia di persone che lo hanno incontrato trovandolo “umile” e non “come appare in televisione” (sono parole sue, leggasi post su Facebook), ecco il Tribunale di Palermo che rovina la festa alla premiata ditta Grillo-Casaleggio-Di Maio ed invalida le primarie online che hanno incoronato Cancelleri candidato grillino alla presidenza della Regione Sicilia.
La faccenda muove da un ricorso di Mauro Giulivi, storico militante siciliano, difeso dagli avvocati Lorenzo Borrè e Riccardo Gentile, escluso dalle primarie online perché “colpevole” di non aver firmato un documento che gli era stato sottoposto dal Movimento e da «lo staff», necessario per potersi candidare. “Mi si chiedeva – ha scritto Giulivi su Facebook -, con un preavviso di 2 ore e 30 minuti, di recarmi presso una fantomatica sede e firmare un documento, mai letto prima, indispensabile per confermare la mia candidatura. Dal momento che ho “sfortunatamente” un lavoro, non ho potuto né leggere, né recarmi in via Scrofani entro le ore 20”, scrive il quotidiano La Stampa. Il testo è uno di quelli noti come “codici etici”, che sono clausole contrattuali come quelle firmate da Virginia Raggi la Magnifica sul modello dei contratti dell’ecommerce. Ma il giudice di Palermo non riconosce il testo come “codice etico” perché il M5S ha già un “codice etico” e scrive: “Poiché non risulta (né è stato allegato) che detta adesione dovesse intervenire prima della candidatura proposta on line, e al contrario risulta che nella precedente procedura per le comunarie detta adesione è stata richiesta solo all’esito delle primarie, e poiché il Giulivi è stato escluso da detta procedura, senza formalizzazione di alcun invito alla relativa sottoscrizione, deve escludersi la sussistenza della causa ostativa alla candidatura (mancata sottoscrizione del c.d. codice etico) prospettata dall’associazione resistente”. In più Giulivi aveva inviato una email allo staff del M5S nella quale chiedeva di poter leggere il testo e rifletterci su qualche momento prima di firmarlo a scatola chiusa.
Il “Niet” dal Politburo a 5Stelle arrivava a stretto giro telematico: “Ciao Mauro, abbiamo notato che hai accettato la candidatura per le regionali siciliane, tuttavia uno dei requisiti per avanzare la propria candidatura è il non avere procedimenti disciplinari in corso ovvero di non aver ricevuto sanzioni disciplinari da parte degli organi del MoVimento 5 Stelle negli ultimi 6 mesi. A tuo carico risulta un procedimento in corso con il Collegio dei Probiviri. Viene quindi meno uno dei requisiti per la candidatura. Pertanto ti comunichiamo che sei stato rimosso dall’elenco dei candidati. Un saluto Lo Staff”.
La faccenduola accade a meno di due mesi dalle elezioni regionali in Sicilia, nelle quali il M5S vorrebbe trionfare – vedansi a tal proposito improvvide dichiarazioni sulla “giustezza” dell’abusivismo edilizio “necessario” del buon candidato premier in pectore Luigi Di Maio della Sgrammatica ed invalida le primarie online del Sacro Blog, atto sacrilego che scatenerà le forze della propaganda grillina da un blog all’altro, da un troll all’altro, da un account all’altro, da un social all’altro, ed arriva a conferma che la democrazia interna – e non solo – per il M5S è davvero una cosa seria.
Il Tribunale di Palermo – quinta sezione civile (che, particolare da notare se si raccontano le vicende dell’azienda-partito, è quella specializzata «in materia d’impresa», sottolinea La Stampa) – ha sospeso la validità e gli effetti delle cosiddette “regionarie” siciliane che avevano incoronato Giancarlo Cancelleri candidato del Movimento a governare la Sicilia. Candidatura momentaneamente sospesa e rimandata al 18 settembre, data in cui si terrà il contraddittorio.
(12 settembre 2017)
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