di Il Capo, twitter@gaiaitaliacom
“Quotidiano piddino, voglio vedervi sotto i ponti a dividervi il cibo coi cani randagi”: è l’umanissimo augurio che ci siamo trovati sulla bacheca della nostra pagina Facebook questa mattina, postato da uno sconosciuto che, evidentemente, ci vuol bene. Spiacenti di deluderlo, perché sotto ai ponti a dividerci lo spazio con i cani randagi non ci vedrà mai. Anche perché il presente racconta di un possibile futuro di condivisione di spazi con cani a due zampe, che camminano eretti, convinti di essere umani.
Il post lo vedete nello screenshot di seguito, con la nostra risposta. Perché informare è meglio che curare.
Dunque siamo entrati ufficialmente a far parte del nutrito gruppo di quotidiani che per il solo fatto di fare opposizione al M5S sono da mettere all’indice, i suoi collaboratori da mettere alla gogna, con auguri di morte certa, sofferta e possibilmente di stenti.
Questo sembra essere l’unico tipo di risposta possibile a chi ha l’ardire di opporsi alle scemenze di coloro che nella sacra setta credono ciecamente.
Non è il primo messaggio di questo tipo che riceviamo, ma è il primo che ci giunge con un commento così secco e sì dichiaratamente guerresco. Non è per fare la fila negli uffici della Polizia Postale che siamo nati, ma se non ci dovesse essere scelta non ci penseremo due volte.
Certo è che la sensazione è quella che i cervelli vuoti che ritengono di essere parte della più grande rivoluzione della storia contemporanea, si stiano allenando alla democrazia a modo loro: minacce agli oppositori, liste di proscrizione, insulti pubblici via social, offese sessiste alle donne, commenti salaci su dove “prenderlo”: idea nessuna. Solo una violenza cieca ed insensata che sta dividendo il paese in due sempre più profondamente. Da una parte chi si sforza, e continuerà a farlo, di opporsi civilmente a ciò che non gli sembra sensato e dall’altra chi violentemente si scaglia – e lo faranno con sempre più ferocia e con qualsiasi mezzo – contro chi la pensa diversamente e pubblicamente espone il suo pensiero.
E’ la minaccia più feroce che si possa affrontare, ma la si affronterà, perché la profonda differenza tra i barbari minacciosi e chi vuole un mondo civile sta nell’intelligenza. O meglio, nell’uso che ne facciamo.
(2 settembre 2017)
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