Il 30 settembre chiuderà la seconda call per prendere parte a Museomix, il format internazionale che in tre giorni di lavoro di squadra ripensa gli spazi museali da cima a fondo, con largo uso di nuove tecnologie e un approccio altamente sperimentale.
Dall’1 al 30 settembre, infatti, tutti coloro che vorranno partecipare alla seconda edizione italiana che, a Ferrara, prenderà vita all’interno del Museo civico di storia naturale dal 10 al 12 novembre, confermando l’attenzione dell’amministrazione comunale nei confronti delle idee innovative e tecnologiche.
Arriverà quindi il momento di abbattere gli approcci convenzionali, le barriere mentali e non solo, anche quelle architettoniche: il Museo di Storia Naturale e il suo staff non vedono l’ora di ripensare il modo di valorizzare le proprie collezioni (e perché no, anche tutti quegli esemplari conservati nei depositi, inaccessibili ai più). Obiettivo di Museomix è ampliare l’accesso al patrimonio naturalistico e, in generale, consentire a un numero sempre maggiore di pubblico, di apprezzare e comprendere le collezioni e vivere attivamente gli spazi del museo e lo fa mettendo in campo strumenti e competenze inedite, impensabili nella quotidiana gestione di un museo.
Oltre a una dose massiccia di entusiasmo, a rendere davvero fruttuosa l’esperienza sono i partecipanti, i così detti ‘Museomixer’ a cui è dedicata la call internazionale: sei figure differenti che andranno a comporre una squadra, unita nell’ideare e creare i prototipi da installare nel museo e far testare al pubblico: maker, designer, programmatori, esperti di contenuti, mediatori e comunicatori.
Sebbene la prima call di luglio abbia portato una maggiore affluenza rispetto al 2016, all’appello mancano ancora alcuni designer, capaci di dare carattere ai progetti attraverso l’elaborazione grafica, l’illustrazione, la creazione di un sito internet, una serie di effetti sonori o di oggetti di scena; qualche esperto dei contenuti museali, ossia in conservazione, scienze naturali e biologia; sono rari i programmatori che mastichino embedded system, ad esempio Arduino, o che si occupino di mobile, dekstop e web development, oppure di creative code, ad esempio Processing e PureData; vere e proprie mosche bianche restano i maker, così gli esperti di CAD e di disegno industriale, i bricoleur, i sarti, i carpentieri e gli artigiani, in sostanza, i tradizionali “tutto fare”. Chiunque si ritrovasse in una di queste descrizioni e volesse immergersi nell’esperienza è caldamente invitato a candidarsi andando sulla pagina web www.museomix.it/seconda-call-museomixer-2017.
(1 settembre 2017)
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