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Al M5S importa più degli Yorkshire che degli esseri umani: è cronaca romana

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foto: Repubblica.it

di Il Capo, twitter@iiiiiTiiiii

 

 

E’ ufficiale, e lo è ancor più dopo i fatti del 19 agosto ed i seguenti agghiaccianti comunicati della giunta Raggi, che al M5S importa più degli yorkshire che del benessere degli esseri umani. Lo scorso 24 agosto l’ufficio stampa capitolino ci inviava un comunicato nel quale l’assessore Diaco magnificava il fantastico lavoro del M5S e della sua scriteriata giunta in Campidoglio che aveva salvato 11 yorkshire “da morte certa”. Il comunicato lasciava sconcertati per i toni utilizzati e parlava di “impegno dell’Amministrazione capitolina diretto a garantire tutela e benessere al mondo animale”, di “ben undici yorkshire abbandonati in zona Torre Angela in una situazione di totale degrado” subito “sottoposti alle cure del caso dal personale veterinario della Asl Roma 2 e poi condotti presso il canile municipale”; tutto mentre dalla giunta capitolina giungeva il più fragoroso silenzio sullo sgombero di piazza Indipendenza che aveva tolto tutto a 400 persone, con figli e famiglie, che non avevano nulla, silenzio rotto soltanto da un’agghiacciante intervento di Luigi Di Maio che faceva concorrenza alle posizioni dei neofascisti di Forza Nuova.

L’assessore all’ambiente Daniele Diaco si è recentemente convertito all’animalismo più spinto e spesso ci rende edotti con comunicati stampa di dubbio gusto su quanto il suo assessorato fa per i “poveri animali”, ma Diaco è quell’assessore che intimava alla Caritas di dire “Basta pasti serali ai clochard”, sporcano… e che poi si era rimangiato la frase infelice da razzista liceale da sette in condotta rendendo noto, suo malgrado, quanto l’amministrazione capitolina fosse “attenta al benessere degli animali”, ma assai meno a quello dei cittadini

A seguito della dichiarazione sul “salvataggio degli Yorkshire” finalmente il M5S aveva deciso di rendere noto il suo pensiero – sì, pare che ne abbiano uno per ogni cosa, e cambia ogni cinque minuti: che agilità mentale! – sulla questione dello sgombero di piazza Indipendenza: il Campidoglio aveva fatto il suo dovere, gridavano dal Campidoglio (“annamo bbene”, sottolineavamo noi da queste pagine), le colpe erano della Prefettura, quindi del ministero degli Interni, quindi di Minniti e quindi del PD ed il M5S aveva fatto tutto il possibile.

 

Il delegato alla sicurezza di Roma CapitaleMarco Cardilli, in riferimento allo sgombero del Curtatone dei giorni scorso che ha sollevato un vespaio di polemiche, ha dichiarato con una nota stampa giunta in redazione che “l’amministrazione capitolina, sia prima dello sgombero che in seguito alle operazioni, ha svolto pienamente le proprie funzioni”. L’unico commento possibile è “Annamo bbene…”.

Marco Cardilli continua poi, in stile M5S, a puntare il dito contro altri colpevoli: “Lo sgombero dell’immobile privato avvenuto sabato 19 agosto è stato disposto dalla Prefettura. Noi abbiamo appreso venerdì 18 agosto” continua il comunicato, “che l’operazione sarebbe avvenuta in quella data. Nei mesi precedenti, tramite gli operatori della Sala Operativa Sociale (SOS), abbiamo tentato più volte di effettuare il censimento delle persone presenti nell’immobile, ma non era stato possibile a causa dell’opposizione degli occupanti. Un impedimento che era stato segnalato alla Prefettura. Successivamente la stessa Prefettura ci ha consegnato un censimento che non segnalava, ad esempio, la presenza di minorenni tra gli occupanti. Al momento dello sgombero erano, invece, presenti 37 minorenni”. Marco cardilli chiude spiegando che soltanto “in seguito allo sgombero gli operatori della SOS hanno potuto effettuare il censimento completo delle fragilità presenti nell’immobile. A tutti è stata garantita prima assistenza ed è stata formulata una proposta per l’inserimento nel circuito di accoglienza di Roma Capitale. Tuttavia, molti hanno rifiutato l’offerta”, perché sono sempre gli sgomberati ad avere torto e naturalmente, come è sotto gli occhi di tutti i romani per tutto ciò che riguarda il governo di Roma, “l’amministrazione capitolina, sia prima dello sgombero che in seguito alle operazioni, ha svolto pienamente le proprie funzioni senza lasciare nulla di intentato”.

Dopodiché il comunicato celebra il trionfo del menefreghismo del M5S: “Grazie a un accordo con la società che gestisce l’immobile, vengono inoltre  messe a disposizione 6 unità abitative per accogliere circa 40 fragilità. Abbiamo agito all’insegna delle programmazione e con l’obiettivo di garantire supporto a tutti coloro ne avessero diritto, all’interno del perimetro delle nostre competenze come stabilito dal decreto 14/2017 c.d. Decreto Minniti”. Le persone sfrattate con violenza dal loro luogo abitativo sono state 400.

 



 

Virginia Raggi da parte sua imitava pedissequamente se stessa ed incolpava il presidente della regione Zingaretti il quale le ricordava i 40milioni stanziati dalla Regione proprio per le emergenze abitative e si chiedeva dove fossero finiti mentre la Sindaca, sorda a Zingaretti, doveva fare i conti anche con la sua acerrima nemica Roberta Lombardi che si sente già seduta sulla poltrona di presidente della Regione Lazio – e dopo Polverini, Lombardi sarebbe quello che mancava.

Così che tra un’accusa, una controaccusa, una coltellata ed un colpo d’accetta, era chiarissimo a tutti – o almeno a chi volesse vedere – come la realtà del M5S capitolino è quella di un gruppo di disperati che non si occupano dei differenti segmenti della città e del benessere del cittadino  a loro assegnati, ma vivono in perenne campagna elettorale mettendo in cantiere le loro iniziative dirette ad accattivarsi le simpatie dei vari gruppi animalisti, estremisti, fascisti, neofascisti, forzanuovisti, di Atac autisti…

Ne deriva che se lo stesso sforzo messo nel salvataggio di undici yorkshire fosse stato prodigato a rendere la vita migliore di coloro che di una vita migliore hanno bisogno sul serio, questa banda di improvvisati non solo non avrebbe problemi di rielezione né di consenso, ma avrebbe anche dimostrato, alla faccia degli avversari che le accuse di cialtroneria che gli vengono rivolte non sono che fumo negli occhi. Disgraziatamente il fumo negli occhi si chiama M5S e coinvolge un’intero movimento nazionale che fa sempre più concorrenza alle posizioni estremiste di Forza Nuova e Casapound.

Ora non resta che attendere il commissariamento di Roma Capitale. Con conseguente lancio di accuse al PD per i dieci anni prossimi venturi.





(28 agosto 2017)

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