di Il Capo, twitter@gaiaitaliacom
Il 22 agosto è un anniversario. Ricordare oggi che nel 1938 i Fascisti che i nostalgici vorrebbero ancora al potere, ugualmente ignoranti e inetti come allora, indivano il “Censimento degli Ebrei”, non deve stupire più di tanto. Una buona fetta della popolazione italiana oggi farebbe lo stesso.
Sono passati ottant’anni da quella data, ma non siamo cambiati granché: siamo sempre più fascisti, razzisti, omofobi, antisemiti, africanofobi, misogini, ignoranti e gretti: l’Italietta che voleva essere dominata da Mussolini e che gridava nelle piazze quando si andava alla guerra senza averne i mezzi – tanto crepavano gli altri, mica i gerarchi – è sempre lì. Ha cambiato i metodi: prima gridava in piazza Venezia o davanti ad un apparecchio radiofonico (l’aradio) ora scrive sgrammaticati post sui social pregni di un odio, di un rancore, di un fascismo che fanno rabbrividire. E continua a votare per chi la dice più grossa. Siamo cialtroni, in gran parte, come i cialtroni che votiamo. E capiamo solo la cialtroneria da bar. E di quella creperemo.
Anche la società reale, quella che nei social pensa di vivere anche quando si trascina inutile e morta per le strade, pensando di essere viva, è in costante peggioramento: giovinastri che pestano una donna incinta al grido di “Negra di m… ti facciamo abortire”, politici che invitano a lasciare fuori dagli stadi esponenti di partiti avversari, formazioni politiche estremiste che assediano un sindaco in sala giunta. Non c’è bisogno di continuare. Sta tutto lì, sotto gli occhi di chi vuol vedere.
Ci sono poi i soliti schiavi del potere, coloro che per una poltrona, per la loro affermazione personale, per poter dire agli altri ciò che devono fare e per togliere loro ogni libertà, venderebbero la propria madre (col loro culo ci vanno meno per il sottile) e che si alleano, pur di essere eletti e far passare i loro tetri messaggi di odio, con la peggiore feccia che marci – politicamente parlando – sull’italico suolo. L’Europa non è messa meglio, il resto del mondo nemmeno.
Così che 80 anni sono passati invano. Nonostante i nazisti ed i loro campi di concentramento, i milioni di morti, l’esperienza fascista in Italia, il nostro paesucolo è ancora pieno di povera gente che divide gli altri in gruppi e sottogruppi così suddivisi:
- quale colore della pelle hanno,
- con chi fanno l’amore,
- che credo politico professano,
- a quale religione appartengono,
- sono uomini o donne,
- sono ricchi, poveri o borghesi,
- possono essere comprati o no,
- la loro compagnia, le loro conoscenze, il loro status, possa essere un vantaggio o no.
C’è anche molto altro, ma perché tediarvi con piccolezze come la mancanza di rispetto, cultura, intuito, visione del futuro, voglia di lavorare, di migliorarsi, di parlare un’altra lingua, di parlare molte altre lingue: ricordare il rifiuto di sacrificarsi, il non avere un obbiettivo, il buttare il proprio tempo come se si fosse eterni, il rifiutare il miglioramento personale, il dare la colpa agli altri…
Gli Italiani del #22agosto del ’38 sono, profondamente, sempre gli stessi. Sta a chi non lo è, ed erano la maggioranza anche allora, non stare zitti come allora. Con tanti auguri.
(22 agosto 2017)
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