di G.G., twitter@gaiaitaliacom
Non era finita con l’attacco sulle Ramblas, c’era un progetto più ampio nei piani dei terroristi che ieri hanno colpito la Spagna. A dimostrazione di ciò un altro attacco nella notte ad un centinaio di chilometri da Barcellona – dove si erano contate già 13 persone morte (tra loro tre tedeschi ed un belga) ed oltre 100 feriti – nella località di Cambrils dove un’auto ha tentato di forzare un posto di blocco e si è quindi gettata sui passanti, investendone sei (uno è grave) più un poliziotto.
Cinque i terroristi uccisi dalle forze dell’ordine. Armati di cinturoni esplosivi erano pronti a fare una strage e stavano fuggendo a piedi dalla polizia nella località marittima in provincia di Tarragona, se si fosse attivato un detonatore sarebbe stato un massacro. Si è poi scoperto che le cinture esplosive erano false ed anche questo ci fa porre domande sul significato del sacrificio per questi giovani fanatici che rifiutano la vita in favore della morte, in nome di un ipotetico aldilà che non conoscono.
Sono chiari i legami tra gli attentati di Barcellona e quelli di Cambrils. Mariano Rajoy, primo ministro spagnolo, ha decretato tre giorni di lutto nazionale. Mentre scriviamo giunge la notizia della morte di Bruno Gullotta, tra le vittime dell’attentato. Si trovava a Barcellona con la compagna. la guerra dei terroristi contro l’Europa continuerà a lungo e di questi conflitto continuiamo a non percepire i contorni, valutandoli soltanto dal punto di vista del pregiudizio anti-islamico radicato nella nostra cultura. Anche per questo, leggete il commento di Lorenza Morello, non siamo in grado di opporre misure efficaci al terrorismo.
(18 agosto 2017)
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