di Giovanna Di Rosa
Il direttore generale di Atac è stato “messo alla porta”, diciamo così, ma lui si era già dimesso sette giorni fa. Il M5S piange lacrime amare sull’ennesimo geniale manager sul quale aveva puntato e che si è arreso di fronte all’evidenza, il ritenere impossibile salvare Atac. Ma anche in questo panorama di desolazione a cinque stelle (cadenti), Roma e chi la amministra non si smentiscono. L’amministratore unico di Atac, Manuel Fantasia, ha ritirato – lo scrive l’ANSA ripresa da Repubblica – le deleghe a Bruno Rota, ma quest’ultimo le avrebbe presentate sette giorni fa. C’è addirittura un numero di protocollo a testimoniarlo, ma ne parleremo dopo.
Assistiamo, con il M5S al governo, quello della chiarezza e della trasparenza, quello della coerenza e dell’onestà, quello del “bisogna essere molto chiari”, quello del “il vento sta cambiando”, ad un fenomeno straordinario: tutto succede senza che nessuno se ne accorga. L’acqua non c’è e nessuno lo sa; invitano la Sindaca a riunioni per evitare la siccità, ma lei non lo sapeva; a Villa Borghese scorre acqua ovunque fuorché dai nasoni, ma Raggi non lo sa; il Comune di Roma è socio di maggioranza di Acea, ma la Sindaca se la prende col Governo. Ed ora questa favolosa storia su Atac, il direttore generale dimissionario da sette giorni e l’amministratore unico che non lo sa e lo fa fuori un giorno fa. Questa è la chiarezza del governo a cinque stelle signore e signori. Nel caso non ve ne siate accorti.
I fatti: l’ex direttore generale rilascia interviste al Corriere ed al foglietto di Travaglio ove descrive un’Atac “sull’orlo del crac”, dove si fatica “persino a pagare gli stipendi”, “compromessa e minata”, senza nessuna “possibilità di rilancio organizzativo e industriale” e addirittura, pensate voi se può essere vero, ostaggio di dipendenti sfaticati ed assenteisti. Atac è stata anche il serbatoio di voti del M5S, per questo Raggi c’è sempre andata giù leggera, mai inimicarsi chi ti vota a prescindere. Le dichiarazioni non sono concordate con il Campidoglio, perché la democrazia del M5S è una roba seria, e la sindaca Virginia Raggi è furiosa. Poveraccia, non gliene va bene una alla Signora di Tutti i Miracoli. Per fortuna è momentaneamente scongiurato il razionamento dell’acqua, ma non si sa per quanto.
Ma figuratevi se qualcosa è chiaro nel favoloso mondo dei 5Stelle: Rota dice all’ANSA di avere rassegnato le dimissioni sette giorni fa “Con la presente bla bla bla… “ lettera datata 21 luglio 2017, numero di protocollo dichiarato 0117314. Rota aggiunge di avere “mantenuto la notizia riservata, come mi era stato richiesto” e di renderla nota perché alla sua correttezza non è seguita pari correttezza da parte di ATAC. Diversa è la versione di Fantasia che al “Come si possa silurare un manager che ha dato le dimissioni da sette giorni resta un mistero dell’amministrazione capitolina. O forse l’ennesimo tentativo di ingannare l’opinione pubblica senza rispettare dignità e lavoro” di Rota, rende noto di avere richiesto lui stesso – come amministratore unico – le dimissioni a Rota, “dimissioni accettate oggi”, (29 luglio, ndr).
Dunque i misteri nel misero mondo a 5Stelle continuano: chi la dice giusta Rota o Fantasia? L’ex direttore generale parla ancora di una lettera di accettazione: “Egregio dottor Rota, facendo seguito alla sua lettera, prendiamo atto delle sue dimissioni che accettiamo con decorrenza dal 2/8 o altra data antecedente lei riterrà opportuna. Protocollo 0120875” e sottolinea “Così Atac mi ha comunicato oggi di aver accettato le mie dimissioni”.
Ora questa sceneggiata prenderà la nostra attenzione per qualche giorno, Raggi ed i suoi prenderanno tempo per riempire le nostre caselle di posta elettronica di comunicati stampa ridondanti nei quali nulla diranno perché sul nulla cosa vorrai mai dire, se non inventarti il nulla per coprire il nulla, e l’azienda serbatoio di voti del M5S, a “causa delle amministrazioni precedenti” – anticipiamo la probabile dichiarazione della Sindaca delle Colpe degli Altri – rischia di portare i libri in Tribunale avendo accumulato qualcosa come 1.300 milioni di euro di debiti.
Così vanno le cose nel fatato mondo del M5S andato al governo per miracolare i romani promettendo tutto ed il contrario di tutto, in un momento storico nel quale i romani avrebbero votato anche me, che però ho avuto il buon gusto – e lo avrò in futuro – di non fare la politica, mestiere per il quale non sono tagliata, (al contrario di certune), ora alle prese con una città che cade a pezzi nella quale, se ne è resa conto persino la Sindaca delle Funivie e del Pannolino Lavabile, rischierebbe di affogare anche un nuotatore provetto. Figuriamoci chi in acqua ci va con la ciambella. A forma di oca, of course.
(28 luglio 2017)
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