di Giancarlo Grassi
Avendo scelto, da anni, di onorare il mio diritto al voto onorando il mio diritto alla scheda nulla; non essendoci nel marmagliume politico che pretende di rappresentare il paese niente, e dico niente e nessuno, per cui valga la pena di sporcarsi le mani o la coscienza, posso permettermi questo ragionamento senza correre il rischio di essere tacciato di filo-qualcunismo, perché il mio voto sarà sempre e soltanto una scheda annullata. E’ un mio diritto. E non lo trasmetto come esempio da imitare, lo rivendico come decisione presa che manterrò fin quando qualcosa o qualcuno non mi faranno cambiare idea.
Qualche giorno fa, complice una giornata di libertà obbligata causa feroce attacco di cervicale, mi sono preso il tempo di leggere qua e là un po’ di dichiarazioni dei politici che per nome, sigla, provenienza e storia, dovrebbero essere tutti schierati – e tutti insieme – contro il pericolo rappresentato dal populismo neo-fascista del M5S, dalla sua pericolosa involuzione autoraria dei mediocri al potere per vendetta, dalla presenza sempre più sfacciata, e per questo più pericolosa, delle varie Forza Nuova, Casapound e gruppuscoli vari ai quali Fratelli d’Italia, Forza Italia e la sporca Lega di Salvini guardano con interesse in vista di un’alleanza medievale per la vittoria alle elezioni del 2018.
Da parte dei leader dei vari gruppuscoli di sinistra, dalle loro dichiarazioni, dai loro programmi (programmi? annamo bbene!) non si evince un solo punto che dichiari la loro contrarietà, il loro impegno, la loro lotta contro il neofascismo montante nel paese cui le recenti buone performance dei neoberluscones alle amministrative ultime scorse, hanno dato nuova linfa vitale. Nulla dicono i vari Fratoianni, Bersani, Vendola, D’Alema, Cuperlo, Boldrini, Civati. Nulla dicono contro questo neofascismo che mostra i muscoli. Loro, tutti loro, hanno un unico nemico: Matteo Renzi.
Sono da sempre convinto di una cosa, ho il pessimo difetto di avere convinzioni che non impongo, ma sulle quali mi baso per vivere, che è sempre meglio di una vita basata sui like che riceve una mia foto su Facebook, e cioè che un politico non deve essere necessariamente simpatico, deve essere preparato e governare quando c’è da governare. Quindi il punto rispetto a Matteo Renzi non è la sua simpatia, non sono le sue battute, non sono i suoi calzoncini corti a Pompei, sono le sue capacità che ha mostrato in modo del tutto chiaro e trasparente dal 2013 ad oggi. Il giudizio sui risultati lo darà chi vuole darlo. Io l’ho già dato, e me lo tengo per me.
Ho già dato anche quello su Bersani, D’Alema e compagnia asfissiante. Con loro mi sono permesso di chiudere dopo il siluro al governo Prodi targato Bertinotti, regia e direzione artistica di Massimo D’Alema che aspirava a Palazzo Chigi per poi potersi dimettere platealmente, perché all’uomo piacciono i grandi gesti più che la buona politica. Questi signori, da quando hanno fondato l’ennesimo aborto a sinistra che si rifonderà in tante, tantissime particelle abortive di altrettante patetiche sinistre autoreferenziali che non sanno, da decenni, da che parte andare, hanno perso il senno.
Nemmeno loro, i fuoriusciti dal PD per ragioni economiche più che politiche, hanno ancora speso una parola sui loro reali obbiettivi politici. Bersani parla in un’intervista di tacchini, piccioni, maiali e prosciutti, perché le bambole e i giaguari non gli son bastati, imbastisce discorsi incomprensibili sui programmi di “Art.1 Mdp dalla parte di Camusso”, ma contro i pericolosi neofascismi all’orizzonte non dice una parola. Straparla di accordi col M5S, senza entrare nel dettaglio. E’ però chiarissimo quando deve parlar male di Matteo Renzi. Lo detesta? Ne ha pieno diritto. Ma l’odio personale e la politica per il paese sono due cose profondamente differenti.
Così da elettore che ha scelto di annullare la scheda chiedo a Bersani e a tutti i gèni della politica di sic-nistra di darmi una buona ragione per votare di nuovo, chiarendomi il dubbio amletico: “I nemici di Bersani e della Sinistra sono le destre fasciste e populiste o è Renzi?”. Giusto per saperlo.
(21 luglio 2017)
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