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Insomma qualsiasi cosa dica non va bene, o della comunicazione di Matteo Renzi

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di Daniele Santi

 

 

 

Va detto perché va detto: della “nuova” comunicazione del PD non ci piace nulla, la riteniamo facilona, poco incline all’approfondimento, molto legata allo slogan e poco “intelligente” rispetto alla struttura “estetica” del post sul social. Ci pare troppo una comunicazione mutuata da quella cialtronesca del M5S che in quanto a cialtroneria non hanno nulla da imparare. Insomma se PD e M5S sono differenti questo deve “venir fuori” anche dal tipo di comunicazione al quale ci si affida. Sicuramente Matteo Renzi ed il suo staff sapranno il fatto loro, ma prima di entrare nel merito di questo pezzo doveva essere detto come la pensiamo. E la chiudiamo qua.

Matteo Renzi ha lanciato l’ennesima provocazione, certo che le sue parole avrebbero avuto l’eco desiderata, copiando lo slogan salvinico “aiutarli a casa loro” svuotato del suo significato razzista e riempiendolo di un nuovo valore: “l’accoglienza deve avere un limite e quel limite è stato raggiunto”. Mentre il razzismo di Salvini veniva tollerato da tutti ed esaltato dai giornali fedeli alla linea dell’insulsa destra berlusconiana – quella che va da Casapound a Forza Italia passando per la Lega Nord di Matteo Salvini – hanno naturalmente ritenuto irricevibile lo stesso slogan di Matteo Renzi “svuotato” dei valori salviniani. Cos’è successo?

Nulla in realtà: i quotidiani che del comunismo col rolex e dei politici coi cappoti da migliaia di euro, o delle deputate col tailleur firmato, di mestiere fanno Gli Stupiti. Matteo Renzi ha dichiarato ciò che c’era da dichiarare – e cioè che di fronte alle prese per i fondelli dell’Europa non ci possiamo più permettere di ospitare tutti coloro che arrivano? Allora, per i comunisti chic di Repubblica, de La Stampa, dell’Huffington Post che dedica un numero deprecabile di parole al negozio online di Grillo e dei suoi insulsi gadget, Renzi va a destra. Cosa ci sia di nuovo non lo sappiamo, perché per tutti costoro Matteo Renzi è sempre stato uno di destra.

Insomma tra la chiesa comunista che si è opposta a quella di Roma – alla quale il buon Scalfari sta dedicando un numero insopportabile di articoli, forse per ingraziarsi l’aldilà – e quella di Roma opposta ai comunisti, è nata una sinistra troppobuonista della quale giornali che si credono classe dirigente sono i portabandiera. Tutto ciò che esula dal troppobuonismo sinistroide col rolex è “di destra”. Ergo Renzi è di destra. E dire che gli Italiani non ne possono più non è dire una verità, è spostarsi a destra. Loro, i giornali che hanno fatto campagna contro il referendum, invece sono di sinistra. Anche se hanno riportato la destra in auge.

Posto che Matteo Renzi è uomo politico dalle mille risorse che nulla dice a caso; posto che ha dimostrato di essere uomo che quando perde si toglie dai piedi, siamo certi che saprà dare seguito alla sua boutade di destra [sic], con una serie di affermazioni atte a spiegare per filo e per segno la strategia del suo partito e la linea che il PD suggerirà al governo per gestire un più che necessario cambio di rotta rispetto all’accoglienza degli immigrati: non è più tollerabile vederli vivere per le strade, non perché ci infastidiscano, ma perché senza casa diventiamo come animali. Se siamo fortunati a non esserlo già, delle bestie…

Il senso di tutto questo è dunque il seguente. Se una frase è utilizzata da tal Salvini per aggiungere benzina al fuoco dell’intolleranza, del razzismo, della xenofobia e del via i negher è tollerabile perché l’infausta espressione esce dalla bocca di un barbaro; se la stessa frase è usata, svuotata da tutti i suoi contenuti razzisti, da un leader che gli intellettuali [sic] di sinistra considerano di sinistra, allora la faccenda cambia. Lo slogan diventa intollerabile, fascista, inaccettabile. Ergo Renzi diventa fascista. Come se il popolo dei fascisti, fascisti sul serio, non fosse giù superaffollato in questo paese nel quale più si è a destra più ci si sente di sinistra, soprattutto tra coloro che si considerano il Gotha dell’Intellettualismo un po’ squallido detto da cesso con i rubinetti d’oro… Che Google ci perdoni.

 

 

(8 luglio 2017)

 




 

 

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