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Con Berlusconi la gerontopolitica fascistella del ventennio all’attacco del terzo millennio

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di Giancarlo Grassi

 

 

 

Riscoperte le radici fascistelle dell’Italia post-amministrative, con voti di Casapound decisivi ai ballottaggi, eccoli gli allegri gerontocrati dell’italietta che fu e che dovrà essere, ritornare decisi all’attacco della poltrona di presidente del Consiglio. Su tutti Berlusconi dalle sette vite che, parcheggiati momentaneamente i voti dei suoi intolleranti elettori nel serbatoio del M5S è pronto a riprenderseli in men che non si dica schierando tutte le sue potenti forze in campo. Siano direttori di giornali, giornalisti RAI, gente che teneva famiglia e che il Berlusca ha piazzato di qua e di là certo è che non esiteranno a rendergli il favore.

Berlusconi, con il quale Renzi dovrebbe allearsi secondo i comunisti col rolex che invece con lui si allearono sul serio, e per ben due volte, ha le idee chiare: ripercorrere fedelissimamente i fasti dei suoi passati governi (lui non è candidabile fino al 2019, ma può continuare a fare quello che gli pare con l’allegria – e la bravura, ahinoi – che gli è propria perché è colui che governa le sorti del centrodestra).

Eccolo quindi pronto a candidare, con un anno di anticipo, Matteo Salvini alla carica di Ministro degli Interni, carica che già fu di Roberto Maroni ed assai cara alla Lega. Ha inoltre già fatto le sue brave dichiarazioni di intenti.  Per Giorgia Meloni, con il suo 4%, non c’è nulla da fare, dovrà anche lei sottomettersi al volere padronale; per le restanti – numerosissime – sigle di una destra becera, incolta, razzista, omofoba, xenofoba, bugiarda, ruffiana e poco onesta, ecco pronte poltroncine sparse qua e là. Ad ogni culo un loculo. Che Google ci perdoni.

La Sinistra col rolex è pronta anche lei a schierare i suoi pesi massimi, per contrastare a parole – ma nei fatti per aiutarla a vincere – una destra pericolosamente anticomunista, ma anche lei col rolex, tutto per isolare Matteo Renzi – unico a non avere una poltrona in parlamento perché mai eletto alla carica di deputato, unico senza un vitalizio, senza privilegi parlamentari. Non occorre essere renziani per vedere tutto questo. Sta sotto gli occhi di tutti.

Primo tra i comunisti da sei zeri  ancora nel PD il buon Antonio Bassolino annuncia che si presenterà alla convention di Pisapia, quello che vuol rifare l’Unione per dare a D’Alema la possibilità di distruggerla di nuovo, quella che contava 52 persone a metro quadro in piazza SS. Apostoli stando ai numeri di Bersani e compagnia allegra e della quale non è rimasta traccia. Politicamente parlando. Ci è andato ed è tornato a casa. Detto per inciso, la conta dei partecipanti alla manifestazione dove tutti i comunisti col conto corrente da sei zeri e le produzioni di vino in Umbria che fa tanto ritorno alla terra, si è poi rivelata una clamorosa gaffe.

Con l’uomo che coniò il favoloso slogan “Smachiamo il gziaguaro” se ne aspettano altre.

Aspettiamo altri appartenenti alla gerontocrazia un tempo al potere, pronti a cadere nuovamente nelle trappole disseminate dall’abile Berlusconi per riconquistare Palazzo Chigi e diventarne il domine occulto. All’appello ne mancano alcuni: Bertinotti, famoso comunista coi cappotti da 5mila euro, ad esempio, non si è ancora fatto vivo. Aspettiamo poi le prese di posizione della saggia CGIL arricchita dalle auree parole e dai modi da damerino del nuovo acquisto della segreteria Maurizio Landini. Eccoli tutti schierati di fronte i gerontocrati contro i quarantenni che gli hanno scippato quello che era loro. La guerra era appena cominciata e l’avevan già persa, così che tanto vale riconsegnare l’Italia nella mani di Berlusconi. Così la loro inutile presenza sembrerà avere ancora un senso.

 

 

(4 luglio 2017)

 




 

 

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