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“Di questa politica non se ne può più” o dei rinnovamenti che vanno fatti sul serio

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di Daniele Santi

 

 

 

 

I risultati delle amministrative 2017 hanno chiarito definitivamente le ragioni per le quali gli Italiani di questa politica non ne possono più e pur di trovare il modo di esprimere la loro opinione cercando, contro ogni speranza possibile e con la consapevolezza che speranza ormai non ce n’è più, di veicolare il comportamento di coloro che decidono di votare, si spostano impazziti da uno schieramento all’altro, da un gruppo politico all’altro, alla ricerca di qualcuno che soddisfi la loro necessità di cambiamento.

Negli ultimi 4 anni, che sono sembrati un’eternità a causa di tutto ciò che è successe nella politica italiana, abbiamo assistito alla morte di Silvio Berlusconi e di Matteo Salvini ed al loro resuscitare a nuova, peggiore della precedente, vita; alle ruminazioni post coccolone di Pierluigi Bersani che ha dimenticato del tutto di essere stato un politico di valore, ed al suo suicidio politico inconsapevole tra le spire dell’Mdp Articolo Uno; abbiamo assistito alla rinascita dell’uomo che è sempre stato troppo a destra per poter pretendere di essere di sinistra, quel Massimo D’Alema che ha contribuito a riportare al 1994 l’Italia del 2017. Abbiamo visto i cambiamenti repentini in seno al PD, prima Renzi che scala il partito e poi le sue dimissioni post-referendum fatto fallire affinché Renzi si dimettesse, senza pensare che Renzi avrebbe ripreso il PD in quattro e quattr’otto alle primarie successive.

A testimonianza che i rinnovamenti fanno fatti fino in fondo e non a metà, vediamo che il PD di Renzi al secondo mandato non è più lo stesso PD del Renzi segretario del 2013. E’ un’altra cosa. Meno veloce, meno rapido, meno democratico, più a destra e con Renzi che sembra più appesantito. Politicamente parlando of course. Lo diciamo con affetto, a Renzi questa seconda segreteria non sta facendo bene. Quindi arriviamo al PD che perde male alle amministrative del 2017, con un grande recupero della destra, e che commenta “Siamo 58 a 47” o quali che siano le cifre. Ammetterete che politicamente non è una gran risposta. Non è la risposta che i “renziani” si aspettano da Renzi. Ma è esattamente quella che gli avversari di Renzi aspettano. Cuperlo minaccia, ma non sa fare altro.

Poi esistono i poteri forti, “fortini” li chiamiano noi, quelli che possono decidere di distruggerti in quattro e quattr’otto qual’ora tu non sia più funzionale a quello che sono i loro disegni, che non collimano quasi mai con i tuoi e che hanno direttamente a che fare con le loro copie vendute. Figurati un po’ se poi gli fai la riforma dell’editoria. Sono quelli che perdono copie perché gli Italiani che vogliono un paese e non un buco nero non sopportano più nemmeno loro, non li vogliono leggere più, non li comprano, se li ignorano anche online. E a fatica riescono a spiegarsi come un giornale di destra come Il Foglio riesca a collocarsi più a sinistra di Repubblica.

Da tempo gli Italiani non sono più ascoltati: ha smesso di ascoltarli Berlusconi subito seguito a ruota da tutti gli altri. All’ascolto si è sostituito lo slogan televisivo e radiofonico che tiene il punto fin quando il messaggio funziona, poi trasforma sé stesso. Una politica disumana, robotizzata, in mano all’algoritmo, ha l’obbiettivo di governare esseri umani dotati di cuore, de-cuorizzandoli, riducendoli ad ascoltatori passivi della legge dell’algoritmo, dello slogan, dello “stai zitto e ascolta” mentre si finge di ascoltare. La gente non ne può più di tutto questo ed ora che anche il M5S con il suo carico di becerume ha fallito, ha ulteriori motivi per non poterne più. Dal 1992 gli Italiani sono presi in giro da moderni messia della cattiva politica e sembrano avere capito, o essere molto vicini a farlo, che di messia non se ne può più. Ma là dentro, in quel loculo dove deputati e senatori si trovano protetti dall’Istituzione Repubblica, non se ne vogliono accorgere.

La Democrazia Cristiana fingeva meglio, ma il futuro non è certamente la DC. Potrebbe chiamarsi Casapound. E sarebbe meglio attrezzarsi prima.

 

 

 

(26 giugno 2017)




 

 

 

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