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I giorni nei quali tutti gridavano: “Io sono più francescano di te!”… Che pena

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di Il Capo

 

 

 

 

 

Sabato 20 maggio e seguenti abbiamo assistito al patetico rincorrersi degli imam dell’italica purezza, coerenza, onestà e religiosità, mescolate tutte insieme nel calderone insieme all’egopatia ed alla presunzione patologica, in nome dell’essere più o meno francescani. Ha dato la stura all’orrendo balletto il Vate del Sacro Blog, il Messia della Porcata accorso ad Assisi a quella che hanno chiamato la Marcia contro la Povertà, tutti coloro che la povertà non sanno nemmeno cos’è e che, perpetuando la memoria dell’orrenda alta borghesia nera di questo paese, si gettano a capofitto in quelle che credono essere battaglie sociali a proprio uso e consumo: “Sono ricco sfondato, evado le tasse, possiedo case, yacht, suv e vado in vacanza a Malindi coi ricconi ai quali dell’Italia non strafrega nulla, ma sono in prima fila nella lotta alla povertà”, perché Signore e Signori, la coerenza e l’onestà – soprattutto in politica – sono una cosa serissima. Con il Grillo Condannato per Evasione, l’altra mente eccelsa del Movimento del Sacro Blog, in prima fila per lottare contro la povertà: tal Casalino dal Grande Fratello, dimenticossi delle sue dichiarazioni sui “poveri che puzzano” e sull’odore “della povertà”, a conferma della quale commentava “provate a trombare con un rumeno”, perché la povertà è una cosa, il razzismo è un’altra.

L’Italia è piena di questi buoni, buonissimi che si sentono ancora più buoni perché partecipano alle marce per la pace e contro la povertà. Tra loro numerosi comunisti rimasti agli inizi del ‘900 con il conto in banca da 2017, perché è tanto più bello essere comunisti in difesa degli operai quando si guadagna in un mese ciò che gli operai guadagnano in un anno – se gli va bene – ed andare a chiedere i loro voti per continuare ad alimentare il proprio conto in banca a sei zeri, vendendosi nello stesso tempo per coloro che la povertà la combattono. Ed in effetti questi comunisti la povertà l’hanno vinta. La loro.

Non ci sono soltanto comunisti, grillini o buoni di cuore che ci credono (sul serio) alle marce per la pace e contro la povertà, ci sono anche i religiosi che hanno il diritto di prelazione sull’essere francescani: sono gli esponenti di Santa Romana Chiesa che della povertà [sic] hanno fatto voto – come il Cardinale Bertone. Quello delle cene di compleanno a base di champagne e tartufo d’Alba – e che manifestano tutto l’amore della loro chiesa per la povertà invitando i fedeli alle offerte per le loro parrochiette di paese, perché gli stipendi e le manutenzioni per le magnificenze vaticane costano un occhio. Ecco, che siano proprio i rappresentanti di questa chiesa ad ergersi a difensori dell’essere francescano è ancora più comico del Grillo che, dopo avere parcheggiato il Suv non si sa dove, lontano da occhi indiscreti – che sia arrivato segretamente in elicottero? – si erge a difensore della povertà insieme ad un tipo che dichiarava “I poveri hanno un odore diverso dai ricchi. Più forte” , e dopo essersi fatto una vacanza a Malindi nella villa del senza un soldo Briatore, che sappiamo bene come la pensa su chi non ha lavoro.

 

 

 

(22 maggio 2017)

 





 

 

 

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