di Mila Mercadante twitter@Mila56170236
Lo scorso anno i media divulgarono una notizia: meglio evitare di recarsi in vacanza in Italia, dato che i servizi segreti avevano prove circa l’eventualità di attacchi terroristici nel nostro paese, soprattutto sulle spiagge. Per gli americani quest’anno siamo un paese che mette a repentaglio la loro salute a causa del morbillo, lo dice chiaramente il centro di Atlanta per la prevenzione delle malattie e lo dice la stampa: è meglio non visitare l’Italia e – nel caso si voglia andarci lo stesso – occorre prendere le dovute precauzioni. Un richiamo del vaccino? Una scorta di mascherine e guanti di lattice? La fuga di fronte a un gruppo di bambini che giocano? Neanche fossimo uno di quei paesi a rischio malaria, ebola o che so io, il pericolo gravissimo che incombe sui turisti che passeggiano sul lungarno, a Capri o davanti al Colosseo ha un nome che mette i brividi: morbillo! Circa lo 0,0025% della popolazione italiana se l’è beccato durante l’anno in corso. La cifra corrisponde a poco più di 1400 persone. Intanto non è morto nessuno, gli ammalati sono guariti. Non sto qui a raccontare che quand’ero piccola le esantematiche ce le facevano prendere tutte, le nostre mamme parevano felici che ci levassimo il fastidio il prima possibile, e malgrado queste abitudini poco moderne e terribilmente fataliste siamo vivi. Non ho alcuna intenzione di dire che vaccinarsi non sia corretto, lungi da me, non è argomento che mi compete.
Il discorso è un altro e riguarda il modo in cui gli USA sono soliti trattare le questioni che stanno loro a cuore, siano esse serie oppure no: tendono all’esagerazione, al boicottaggio spinto, propendono per i comitati, le raccolte di firme, le crociate, e soprattutto adorano diffondere la paura, specialmente se ciò in qualche maniera gli torna utile. A causa del morbillo – ma qui non c’è nessuna epidemia – consigliano ai cittadini di non lasciarsi trasportare dall’amore per tele e affreschi, per i monumenti tra i più belli e antichi del mondo, per le passioni dei santi e per i capitelli, per le porcellane e le piastrelle, per i mosaici o le sculture, tantomeno per il nostro mare: un grave malanno potrebbe rovinare la vacanza agli incauti. La loro salute vale ben più della piazza San Pietro e per evitare una malattia come il morbillo vale la pena di fregarsene del duomo di Napoli (“vedi Napoli e poi muori” evidentemente si deve prendere alla lettera) o degli scavi di Pompei. Il messaggio è: gli italiani sono incoscienti, indisciplinati e incoercibili, i vaccini li devono fare tutti e finché ciò non accadrà verranno bastonati, così impareranno.
La manìa degli americani per la salvaguardia della salute, lasciatemelo dire, è veramente ridicola: a parte che bevono come matti e mangiano malissimo, gli piacciono gli OGM e vogliono imporli a tutto il globo, favoriscono le colture e gli allevamenti intensivi, fanno un uso smodato di pesticidi, rimpinzano a più non posso di ormoni gli animali da macello e di psicofarmaci la popolazione, bambini compresi, piazzano in casa nostra armi nucleari e roba come il Muos, adoperano proiettili all’uranio impoverito e rovinano la salute dei loro e degli altrui militari oltre a quella degli abitanti dei paesi attaccati. Mai paghi, dulcis in fundo ci impongono il fast food e noi fessi prendiamo tutto e ringraziamo. Alla fine gli americani – sopravvissuti a qualunque affronto autorizzato alla loro salute – non dovrebbero venir qui perché ci sarebbe un alto rischio di contrarre un morbillo? Ci guardano da sempre con gli occhi di chi ha vinto, ed è intollerabile. E’ intollerabile perché siamo già stracarichi di obblighi d’importazione, di avvertimenti, di imposizioni grigie, ripetitive, monotone, nefaste per l’economia, e loro lo sanno, dunque che in questo momento tirino fuori la storia del morbillo in modo da spaventare i turisti è francamente troppo. Un’americanata.
(6 maggio 2017)
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