di Giovanna Di Rosa
Beppe Grillo ha manifestato suprema indignazione di fronte al rapporto di Reporters Senza Frontiere che segnalava la risalita dell’Italia nella classifica della libertà di stampa fino al 55° posto, ma segnalava le intimidazioni mafiose e camorristiche ai giornalisti, ed anche l’abitudine tutta del M5S di segnalare i giornalisti “sgraditi”, quelli che criticano con pieno diritto l’operato della banda di incapaci al servizio della Casaleggio Associati. “Il sistema è marcio e il problema sarei io”, grida il Vate del Sacro Blog a beneficio dei suoi adepti, ma gli va male. Il sistema è marcio ed il M5S ne fa parte a pieno titolo, basta vedere ciò che è successo e sta succedendo a Roma. Il sistema è marcio ed il M5S con la sua banda di troll scatenati sul web a postare fake news, e la sua propaganda fatta di slogan e di notizie buttate qui e là senza verifica ne è parte. Poi Beppe Grillo afferma che non pubblica le identità dei giornalisti sgraditi e bisogna dargliene atto, perché in effetti le liste di proscrizione dei giornalisti e dei quotidiani sgraditi sono un’altra delle pessime abitudini di Luigino Di Maio che nel febbraio scorso ne ha pubblicata una tutta sua. Il M5S non attacca i giornalisti sgraditi? Lo chiedano alla giornalista di Repubblica, Federica Angeli, sommersa quotidianamente di insulti dai fanatici del Sacro Blog, adepti del Nuovo Messia, infervorati dai demenziali discorsi di Grillo e dei suoi.
Se poi Beppe Grillo vuole giocare la carta del vittimismo e rimettersi al centro dell’attenzione nessun problema, ma questa non è politica, come non è politica tutto ciò che il M5S ha proposto. Loro nascono per abbattere coloro che ritengono occupare immeritatamente posti di potere. Nascono per sostituirli con l’incompetenza dell’ignoranza, non con i programmi. Nascono dall’odio di un uomo condannato per vari reati che vede nello Stato un nemico da abbattere.
(27 aprile 2017)
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