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#Visioni di Mila Mercadante; il commercio dei migranti travestito da opera di carità

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di Mila Mercadante  twitter@Mila56170236

 

 

 

 

 

Esiste il diritto sacrosanto all’immigrazione, ma prima ancora dovrebbe esistere il sacrosanto diritto a restare nella propria terra. Lo diceva Ratzinger quando era papa. C’è bisogno di ripetere che nessuno è insensibile al dramma delle migrazioni e che nessuno vorrebbe che esseri umani deboli e sfruttati soffrissero o annegassero? Si, è necessario, ogni volta. Ogni volta che si cerca di capire che cosa sta accadendo e se è giusto e normale che accada corre l’obbligo di sottolineare la propria umanità, l’assenza di qualsivoglia ombra di razzismo o di indifferenza. Siamo sommersi da una marea di finto buonismo (quando già il vero buonismo è una calamità) che a tutte le ore promuove un iper-sentimentalismo volto a mitizzare la carità cristiana e la compassione, contrapponendole al presunto cinismo di chi s’interroga e si preoccupa e non si vuole convincere che la strada percorsa sia quella giusta, l’unica possibile. In questo scenario la recita della misericordia è talmente potente da prevalere su qualunque tentativo di interpretare la storia attuale, di criticarne l’allestimento: ogni teoria dialettica diventa subito negativa, cattiva, diventa piccola e meschina di fronte a tutto l’ambaradan dei parolai “buoni” e riduzionisti, quelli che a plotoni ci sparano addosso sensi di colpa e commozione, azzerano la razionalità a forza di proclami da beghine e manifesti alla virtù. Ogni tanto nell’abbaglio folklorico del teatrino politico qualcuno fa una gaffe, e la gaffe è sempre la breccia attraverso la quale si può guardare in faccia un poco di realtà: a Emma Bonino non troppo tempo fa è scappata la seguente frase: “Servono almeno un milione di migranti”. Servono?!? Perché qui non si fanno più figli? Perché l’offerta di lavoro è troppa e la domanda è poca? Perché bisogna giocare al ribasso coi salari e le pretese di vivere decentemente, noi e gli stranieri? Servono! Non è che li si salvi per pura bontà, insomma.

Cosa succede in realtà? Migliaia e migliaia di sbarchi incontrollati in Italia, l’andirivieni forsennato di mezzi marini in dotazione alle ong private, lo smistamento inarrestabile di persone disperate dalla Libia alle nostre coste effettuato con una strategia di stampo quasi militare non possono essere semplicemente esempi della nostra umanità. Intanto i morti annegati non diminuiscono, questo va sottolineato. E’una forma molto ben camuffata di schiavismo moderno, è commercio. E’ commercio che rende tanto quanto il traffico di droga o di armi. Non solo nei centri di accoglienza che tanto profitto rendono alle mafie. Se così non fosse, se non vi fosse alcun sospetto di oscure relazioni tra ong e bande armate jihadiste, scafisti, trafficanti senza scrupoli, nessuno indagherebbe. Invece qualcuno indaga, senza reati né indagati, ma indaga. Per capire. L’attività delle ong private costa moltissimo, e non è possibile credere che i finanziatori siano tutti filantropi con un cuore immenso e l’aureola sul capo. Le favolette lasciamole ai bambini. La nave Aquarius dell’organizzazione tedesca Sos Mediterranée costa 11mila euro al giorno, la nave Moas dei pur ricchissimi coniugi Catrambone costa 400mila euro al mese. Le organizzazioni private si muovono nel rispetto del diritto marittimo internazionale e in concerto con la Guardia Costiera, è vero, ma è anche vero che l’intensa attività svolta al di fuori delle acque territoriali – ben lontano dalle nostre coste – non è propriamente rispettosa della convenzione di Ginevra: coloro che vengono salvati in mare devono essere portati nel porto più vicino al luogo del salvataggio. Il punto più vicino alla Libia non è l’Italia, eppure arrivano tutti in Italia. La concentrazione in acque libiche di navi di salvataggio è cresciuta sempre di più, parallelamente all’uso da parte degli scafisti di barche scassate e pericolose.

Bisognerebbe lasciarli morire, i migranti? Certo che no! Intanto la UE ha la coscienza sporchissima perché ha sigillato tutti gli ingressi via terra e ha sostituito nel 2014 Mare Nostrum con Triton causando una quantità di morti annegati mai vista prima e che non può diminuire. Intanto non si capisce quanto costa e/o quanto rende allo Stato italiano l’accoglienza di tutte queste persone. Intanto bisogna ricordare che gli stranieri nel nostro paese lavorano – soprattutto nel settore agricolo – in condizioni di sfruttamento che hanno superato abbondantemente il limite della decenza. Quando si dice che i migranti sono un’opportunità – di questi tempi – è necessario porsi la domanda: per chi, per farne cosa, per trattarli come?

 

 

 

 

(23 aprile 2017)

 





 

 

 

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