di Vittorio Lussana twitter@vittoriolussana
Avendo seguito da vicino le vicende relative al centro antiviolenza ‘Marie Anne Erize’ di Tor Bella Monaca in Roma, posso ora cominciare a formulare un primo giudizio in merito alla consistenza politica del Movimento 5 stelle. In larga parte, esso risulta composto da persone letteralmente all’oscuro di ogni genere e tipo di procedura liberaldemocratica, totalmente astemie da qualsiasi cultura amministrativa, giuridica o politica. Si tratta dell’apparizione di una nuova specie: ‘personaggini’ arroganti che non hanno mai avuto neanche un mezzo guaio, una multa o un contenzioso economico, grazie al quale apprendere almeno i primi rudimenti dell’ordinamento giuridico vigente. E se qualcuno li mette nella posizione di doversi giustificare, ecco che scatta il ‘piangino’: “Non sapevo, non credevo, non ero al corrente…”, Ma ‘ignorantia legis non excusat’: siamo, con piena evidenza, di fronte alle lamentazioni di chi è giunto con l’ultimo treno in capo ai problemi del Paese. Gente che, se anche ha vissuto qualche vicissitudine famigliare, alla fine se l’è sempre dovuta ‘smazzare’ qualcun altro. E’ la classica supponenza piccolo borghese di coloro che aspirano a diventare deputati per risolvere il problema della propria disoccupazione. Come se il sottoscritto reclamasse un posto in parlamento o nel consiglio comunale di Roma, perché la famiglia Caltagirone proprio non vuol mettersi in testa di dovermi garantire un posto a ‘il Messaggero’. Per non parlare dell’estemporaneità di chi, in una società in cui nessuno si sente più tenuto a mantenere la parola data, non ha ancora ben compreso i danni immateriali derivanti da quella pervasività da imbonitori che, in questi ultimi decenni, ha ridotto la politica a menzogna, declamando chiassosamente slogan generalisti, imperniati su categorie culturali totalmente superate. Insomma, che vi sia un problema di mentalità colpevolista e arretrata, proprio non li sfiora. Tutto si può improvvisare, secondo i ‘grillini’, poiché ogni cosa discende dalla disonestà e dalla corruzione di politici, imprenditori e giornalisti a ‘libro-paga’, dei primi o dei secondi. Basta mettere tutti quanti in galera ed ecco risolti, come per incanto, i nostri problemi. Peccato, però, che tale logica, da Stato di polizia, non sia affatto in grado di far emergere il Paese dalle proprie ‘secche’ economiche, né tantomeno affrancarlo dai suoi retaggi d’inciviltà, giuridica e morale. Retaggi che, invece, risultano ben saldi e mantenuti in vita proprio da chi pensa che per riuscire a contrapporsi a un brigante ci si debba comportare da “brigante e mezzo”. Siamo dunque arrivati al ‘cane’ che si morde la coda. Votarli non serve a niente: è come sperare di uscire dal traffico cittadino dell’ora di ‘punta’ affidando la guida della propria autovettura a un non vedente. La loro rispettabilità individuale risulta inutilizzabile, poiché frutto della dabbenaggine di chi si sveglia a mezzogiorno con l’assurda convinzione che il sole stia ancora albeggiando. Un’onestà basata sulla supponenza e la pigrizia mentale degli stolti, inconsapevoli di poter arrecare assai più danno degli opportunisti e, persino, dei malvagi.
(5 aprile 2017)
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