di Giancarlo Grassi
Giornata campale per Vladimir Putin leader del conservatorismo mondiale a suon di sberle, arresti, cariche delle forze dell’ordine e silenziatore agli oppositori e fedele alleato di dittatori come Erdogan, Bashar al Assad, sostenitore della teocrazia iraniana e, secondo l’FBI, grande burattinaio nell’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
Domenica 26 marzo il buon Putin ha dato al mondo l’ennesima lezione di democrazia [sic] ed ha ordinato il fermo e l’incriminazione del dissidente-blogger Alexej Navalny e all’arresto di centinaia di persone in molte città della Russia. Sono stati particolarmente gli arresti di centinaia di cittadini che protestavano in quella che Putin vende come l’unica democrazia del mondo, ad indignare USA e UE, ma non Matteo Salvini che dall’alto della sua boriosa prosopopea ha dichiarato che in Russia non è successo niente, che “Putin non è un dittatore” e che gli arresti sono “l’ennesima montatura mediatica” a beneficio di coloro che in Italia ancora non abbiano capito quali sono i veri obiettivi politici del leaderino leghista.
La manifestazione era stata convocata in 99 città russe, ma in 72 di queste le autorità avevano negato le autorizzazioni, ed aveva portato in piazza migliaia di persona armate di paperelle, scarpe da tennis al collo, tutte assolutamente pacifiche, che protestavano contro la corruzione degli oligarchi russi e particolarmente del primo ministro di Putin, Dmitri Medvedev, ritenuto dall’opposizione uno degli uomini più corrotti di tutta la Russia.
Improvvisamente le forze dell’ordine hanno prima fermato e poi caricato Alexej Navalny su un camioncino (stessa sorte toccata al manifestante che vedete nella foto a destra) e lo hanno portato via, circondati immediatamente dalla folla inferocita che voleva impedire l’arresto al grido di “Fascisti”. A quel punto, secondo la stampa internazionale, sono iniziati gli arresti di centinaia di cittadini.
Salvini ha immediatamente parlato di manifestazioni “non autorizzate”, perché non solo racconta bugie, ma le racconta anche male, e di quanto sia in atto l’ennesima “montatura mediatica” ai danni di Putin aggiungendo subito dopo di preferire mille volte “Putin” a “Questa Europa”, Europa che insieme agli Stati Uniti ha chiesto l’immediata liberazione di tutti gli arrestati, Navalny incluso. Silenzio dal Vate a 5Stelle Beppe Grillo forse impegnato con i suoi avvocati a preparare la difesa dopo essere stato querelato dalla candidata Sindaca dei Venti Voti Cassamatis, o forse preoccupato di perdere gli elettori che guardano a Putin con simpatia, essendo fatti della sua stessa pasta.
Il lavoro del Grande Destabilizzatore alleato di Iran, Siria e della Turchia dell’orrendo Erdogan, alla ricerca della costruzione di un blocco teo-conservatore che si opponga in qualsiasi modo all’UE ed agli USA continua. E non stupisce nemmeno più di tanto che ci siano politici nei paesi occidentali che ne seguano ed appoggino le gesta per squallidi calcoli elettorali. Salvini, ad esempio, dovrebbe provare ad apparire alla televisione russa esprimendosi contro il Capo dello Stato con le stesse modalità che usa in Italia. Magari si ricrederebbe. In chiusura qualcuno gli ricordi che Alexej Navalny è (era) anche candidato alle presidenziali. Una gran brutta gatta da pelare per Putin..
(27 marzo 2017)
©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata