di Daniele Cinà twitter@danielecina
“Quando un solo cane si mette ad abbaiare a un’ombra, diecimila cani ne fanno una realtà”.
EM Cioran
Il #M5S cavalca i sondaggi e si attesta il primo partito. E lo fa nonostante il plateale fallimento dell’unico test di governo su ampia scala: il Comune di Roma. Nonostante l’evidente “deriva autoritaria”, questa volta sì, di Beppe Grillo, che in modo unilaterale, con un “fidatevi di me”, revoca la candidata sindaco di Genova scelta dalla base. Uno valeva uno.
E allora, perché i 5 stelle continuano a crescere nel consenso?
Non perché sono più bravi e preparati: la scarsa attività parlamentare e le continue gaffe lo testimoniano.
Non perché hanno un programma più convincente: oltre al reddito di cittadinanza (non sostenibile, visto che ha il costo della sanità pubblica, della scuola e dell’università messe insieme) non si conoscono altri punti programmatici.
Secondo me, più banalmente, crescono perché si nutrono degli errori degli altri. Incassando la percezione negativa delle persone.
La settimana scorsa è stata la settimana ideale per il M5S. Una sorta di Golden Week a 5 Stelle.
#Lunedì, la polemica sull’Aula della Camera vuota montata ad arte dai giornalisti: poco importa che neanche i deputati del M5S fossero presenti. Se si parla male dei politici, loro incassano sempre e comunque. Perché non sono percepiti come tali, pur essendolo a tutti gli effetti.
#Martedì, la mozione di sfiducia al ministro Lotti. Non interessa che non ci sia nulla di rilevante e dimostrato contro Lotti: l’importante è dare la percezione che sia già stato condannato in tutti e 4 i gradi di giudizio (il quarto grado è quello di Travaglio in TV a reti unificate).
#Mercoledì, il voto sul salvataggio di Minzolini. Non importa che la maggioranza del gruppo PD abbia votato per la decadenza. “Il PD ha salvato Minzolini” bombardavano TV, Radio e Giornali.
#Giovedì, la polemica sull’abolizione dei voucher. Straordinaria. Ha unito tutti per una volta in Italia, da destra a sinistra e persino alcuni sindacati. Non importa che ormai persino le multinazionali li utilizzassero per evitare assunzioni. La percezione è: si favorisce il nero e “Io come pago la badante?”.
#Venerdi, la polemica sul decreto sicurezza sollevata da Saviano che invita tutte le persone perbene a non votare PD perché si occupa di sicurezza. Non interessa che quel decreto serva a porre rimedio al degrado in cui versano le nostre città. La percezione è un provvedimento di destra e fascista perché “impedisce di rovistare nei cassonetti”.
La percezione è l’arma più potente dei populismi. Perché manipolabile e perché non sempre attiene alla realtà delle cose. Ultimamente meno che mai. Però è anche un campanello d’allarme. Un ululato a cui bisogna rispondere. Con buon senso, preferibilmente. Mostrando, con ancor più evidenza, che non c’è nessun’ombra di cui avere paura.
(22 marzo 2017)
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