di Gaiaitalia.com
Dopo i fatti di Vigevano, in cui un branco di ragazzini ha brutalizzato un proprio coetaneo con atti di ‘bullismo’ da emeriti imbecilli, ribadiamo l’ormai assoluta inconsistenza, educativa e pedagogica, del ‘familismo’ cattolico italiano. E la mancanza di tenuta di quella che certi sociologi da salotto considerano ancora oggi “la pietra angolare della società”. Se questa ‘pietra angolare’ non serve più a niente, allora possiamo volentieri farne a meno. Come per i fatti di Napoli di qualche anno fa, in cui le madri di alcuni ‘bulli’ da ‘discarica’ stigmatizzarono come frutto di un “scherzo” un ragazzino finito gravissimo al pronto soccorso con la sola e unica colpa di essere un poco ‘cicciottello’, anche in questo caso abbiamo assistito alle consuete giustificazioni di una mentalità ipocrita e lassista, che ha ormai perso la ‘tramontana’ nei riguardi di ogni scrupolo e principio. Allora ce la prendemmo con Napoli, credendo si trattasse del degrado di una metropoli confusa e surreale. Avevamo torto: oggi, siamo costretti a prendere atto che un preciso ‘morbo indifferentista’ e piccolo borghese sta strisciando anche nel nostro civilissimo nord. Non può esistere sempre una scusa per tutto. E non si può giustificare ogni atto, ogni fatto e ogni cosa. In una società pateticamente ‘impaludata’ tra le contaminazioni ‘buoniste’ del catto-comunismo e quelle grettamente strumentali del clerico-fascismo, in cui ci si professa favorevoli alla norma sul ‘fine vita’ per eliminare la nonna, ereditarne la casa in campagna e venderla al primo acquirente con suggestioni bucoliche o strapaesistiche alla Giovannino Guareschi del ‘cazzo’, qualcuno dovrà pur dirlo al popolo italiano che non capisce un’emerita ‘sega’ né di quello che legge, né tantomeno di quello che ascolta in televisione; qualcuno dovrà pur dirglielo che, per i motivi di cui sopra, esso si lascia colpire dai più beceri populismi demagogici d’accatto; qualcuno dovrà pur dirglielo, che vive in un proprio ‘mondo piccolo’ da borghesia piccola piccola; insomma, qualcuno dovrà pur pronunciarla innanzi al popolo ‘padano’, ar popolo de’ Roma, al popolo ‘grillino’, al popolo cattolico, al popolo borbonico e al popolo ‘qualunque’ dei Cetto Laqualunque, quell’immensa battuta di Nino Manfredi magnificamente declamata in ‘Pane e cioccolata’ di Franco Brusati: “Guardati allo specchio, stronzo”! E perdonateci se vi sembriamo tanto, ma proprio tanto, ‘radical chic’: rispetto alla volgarità di un Paese che discute il testamento biologico in 14, questa frase non è nulla. Ma proprio nulla.
(15 marzo 2017)
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