di Giovanna Di Rosa
Pare proprio che Marra fosse il Sindaco ombra di Roma, almeno se quanto riportato da Il Messaggero, dovesse corrispondere a verità. Secondo il quotidiano romano infatti “dalle chat depositate agli atti del processo per corruzione a carico di Raffaele Marra emerge che fu proprio lui a decidere gli organigrammi del Campidoglio. L’ex capo del Personale, attualmente detenuto nel carcere di Regina Coeli e sul banco degli imputati il 25 maggio con il costruttore Sergio Scarpellini na parla via WhatsApp con Salvatore Romeo. La conversazione è del 12 giugno 2016, dieci giorni prima dell’insediamento in Campidoglio di Virginia Raggi. Marra, braccio destro della prima cittadina, scrive: «Domani ti mando un foglio Excel con i provvedimenti da adottare subito, e un foglio word in cui ci sono i possibili incarichi e le possibili retribuzioni. Ma come ti dicevo prima te li devo spiegare”.
Insomma i Quattro Moschettieri (Marra, Romeo, Raggi e Frongia) erano già al lavoro ben prima dell’inizo del mandato della Sindaca delle Funivie e del Libero Scambio e che si fidava così tanto di Marra, o era costretta a farlo, chi lo sa, che il buon Raffaele che andrà sotto processo il 25 maggio, scriveva subito dopo a Salvatore Romeo, destinatario anche del messaggio precedente: “Ti ho inviato due mail, la prima con la macrostruttura. La seconda con gli atti da compiere e relativa tempistica. Confermami ke hai ricevuto le mail e ke riesci ad aprire gli allegati. Ps gira le mail solo a V. e Daniele mi raccomando”.
Tanto perké si kapiska ki komandava in Kampidoglio.
Inizia così una pessima giornata per la Sindaca che va a New York a spiegare agli americani come si risolvono i problemi del traffico con le Funivie (semplicemente non costruendole), perché le dichiarazioni di Marra la tirano dentro alla brutta storia del M5S in Campidoglio, suo malgrado.
Ora ci aspettiamo dichiarazioni televisive accusatorie di Ale Di Battista e Luigino Di Maio nei confronti della Sindaca del Libero Scambio, che abbiano almeno la stessa carica di violenza di quelle rivolte a Tiziano Renzi, sennò vorrebbe dire che il M5S usa due pesi e due misure. E figuratevi se osiamo pensare una cosa simile…
(9 marzo 2017)
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