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Il titolone: “Le Iene: Palazzo Chigi finanzia prostituzione gay”. Errore signori…

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di Paolo M. Minciotti

 

 

 

 

 

 

E’ l’ennesimo articolo di certa destra becera e viscida che colpisce a casaccio per qualche copia in più. E’ il gioiello di famiglia dell’editoria berlusconiana a titolare “Inchiesta choc de Le Iene: Palazzo Chigi finanzia prostituzione gay”. Il riferimento è ad un finanziamento dell’UNAR (e non di Palazzo Chigi), che abbiamo ragioni di ritenere sia andato ad un progetto che non va a beneficiare i circoli affiliati all’associazione (che il quotidiano non nomina mai), dove questo sesso selvaggio si praticherebbe con prostituzione e giochi vari, ma ad un progetto dell’associazione innominata ed evidentemente innominabile, ritenuta promotrice dei baccanali in oggetto. Non può essere vero quindi che “con questi soldi pubblici, secondo quanto emerge dal servizio de Le Iene, all’interno dei circoli ci sarebbero episodi di sesso e prostituzione (…) Uno scandalo che nasce dalla segnalazione anonima di un contatto intervistato da Filippo Roma”. Abbiamo ricevuto sostegno dall’UNAR per il nostro Festival Memorie Dimenticate e sappiamo il tipo di politica che UNAR applica quando sostiene, patrocinando o finanziando, un progetto. Riteniamo quindi spazzatura la denuncia anonima, e gratuita, su prostituzione e soldi dell’UNAR volti a sostenerla. Spazzatura che non servirà nemmeno all’anonimo delatore.

 

Il gioiello di famiglia dell’editoria quotidiana berlusconiana ci va giù pesante, complice il testimone anonimo, e scrive di “stanze buie dove la gente entra vestita, nuda, per fare sesso con chi capita, senza guardarsi in faccia. Là dentro succede di tutto, molto spesso senza nemmeno usare protezioni“. Il resto leggetevelo da soli. Tutta l’operazione, duole dirlo, puzza di attacco e delazione lontano un chilometro e – anche ammesso che nei locali (o nel locale dove l’anonimo testimone ha vissuto le sue tremende esperienze, poverello) succeda tutto ciò che è stato descritto, cosa che non so, non frequentandoli – posso dire riferendomi a testimonianze di amici etero e pure loro anonimi (dev’essere un vizio) che li frequentano, che nei circoli di scambisti succede che le persone facciano sesso tra loro. Allora, e non si capisce bene dove sta l’attacco, o fors’anche sì, il punto è un altro: fa scandalo che la gente trombi o che venga erogato un finanziamento pubblico ad un’associazione che ha tra gli affiliati anche locali dove la gente tromba, piuttosto che ad un’altra? E’ questo il punto che l’articolo, tutto incentrato sulla pruderie antigay di certa destra che quello che chiama “sesso gay” lo va a cercare a notte fonda all’insaputa della moglie e dei figli, non chiarisce.

 

Questa è e sarà sempre, purtroppo, l’Italietta degli scandaletti delle camere da letto (o delle stanze chiuse) dove tutto ciò che ha a che fare con il piacere è peccaminoso e va denunciato. Un’ultima domanda, stupida e retorica, il testimone anonimo o anonimo delatore, nei locali con le stanze buie ed il sesso (dio che orrore!) cosa ci andava a fare? A purgare il suo senso di colpa antigay?

 

 

 

(20 febbraio 2017)

 




 

 

 

 

 

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