di La Lurida twitter@LaLurida
Dunqve ieri sera cze l’ò fatta: mi son messa lì sdraiatina sul letto in tutto il mio qvintale e mi son vista Sanremo. Che son czinquant’anni che son vecchia e che dico che non lo guardo più, poi gnente! Tutti gli anni lì, come una sema, a guardare questi divi de l’ugola d’oro come la mia passera quando la usavo. Dunque, dato che anche io son stata l’imitazione di una donna di suczesso, ieri sera proprio come tale mi sono stravacata, gambe coperte dal piumino (che è melio che son coperte che fan tirare un canchero), e lì a aspetare. ‘Riva Conti e poi lei, la Maria. Quella che bastava che eri un albanese e pronti! Ecc’aperte le porte del bisness. Se poi ti muovevi anche un po’ bene era melio. Insomma qvando l’ò vista, lì tutta col suo ochiale che czi copriva un po’ le gotine che se l’è tirata su anche lei che czi cadevano che non son micca sema, e poi tutto quel trucco lì, lei con la sua vocze da trans (e fidatevi che io di trans ne ho conosiute) è stata come una cataratta, no… Si dizce catarsi. Insomma, vederla e stramaledirla è stato tut’uno. Risultato: ogni tot canzoni un caso umano. Per chè non bastavano gzià i cantanti che bastava guardare Al Bano (non dico ascoltarlo, che non volio micca chieder troppo) per capire che i casi umani bisogna micca ‘ndarli a czercare che ‘rivan da soli. Così che Conti e Santa Maria De Filippi hanno czelebrato insieme l’unione adulterica (adulterata? adultica? come si dizceva?) della Mediaset con la Rai. Lesbicone che una volta cze l’avevano con le Unioni Czivili mo’ poi è cambiato tutto e adesso fan le moderne. Altro che museo de gli orori. Stasera mi tocca guardare anche il resto.
(8 febbraio 2017)
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