di Gaiaitalia.com
Riunite sotto sigle differenti ma con un obiettivo comune ben definito: promuovere l’utilizzo personale della cannabis in Italia. In particolare, l’appello lanciato da tutte le associazioni che hanno quale obiettivo la legalizzazione (tra questi i Radicali Italiani e l’associazione Luca Coscioni) si basa sulla necessità di nominare un responsabile, a livello politico, per questo tema così delicato; e sull’importanza di convocare la Sesta Conferenza Nazionale sulle sostanze stupefacenti.
Il dibattito negli ultimi mesi sta assumendo connotati piuttosto interessanti; nello specifico da quando in Parlamento è stato creato l’Intergruppo Cannabis Legale, un organismo che riunisce esponenti politici di partiti distinti e anche opposti, ma tutti con l’obiettivo di imprimere una sterzata al discorso legato alla legalizzazione delle droghe leggere.
Solo pochi mesi fa si era parlato di un ddl nel quale regolamentare la coltivazione dei semi di canapa per uso personale entro, ovviamente, limiti circoscritti a monte; a sovraintendere il tutto sarebbe ovviamente lo Stato, che avrebbe una sorta di monopolio sulla produzione della cannabis e che rilascerebbe a sua volta licenze per esercizi commerciali adibiti alla vendita di marijuana per scopi ricreativi e terapeutici.
Lo Stato stesso tasserebbe il prodotto, andando così a ricavare entrate che sarebbero sottratte al meccanismo della malavita; un modello molto simile a quanto già avviene, per capirci, con sigarette ed alcol.
Ebbene, nel momento del dibattito la Commissione Bilancio, in sede di discussione sulla Legge di Stabilità per il 2017, ha bocciato lo scorso novembre gli emendamenti relativi alla legalizzazione della cannabis, affossando quindi il progetto di legge dell’Intergruppo sostenuto da oltre 200 parlamentari.
Il resto è legato all’attualità di cui parlavamo sopra; ovvero ai vari appelli che in queste ore diverse associazioni di settore stanno lanciando per far riprendere al più preso il dibattito relativo alla legalizzazione della cannabis.
Alcuni punti fondamentali riguardano ad esempio la necessità di rivedere i parametri legati al danno causato dai consumi delle droghe; o quelli inerenti il livello di clandestinità dello spaccio di sostanze leggere, come la cannabis per l’appunto.
Nel concreto, se non si rivedono leggi ad oggi in vigore, sarà difficile proseguire nel cammino del ddl sulla liberalizzazione, che prevede ad esempio la possibilità di detenere fino a 5 grammi di cannabis per uso ricreativo; quantitativo che arriverebbe a 15 grammi in caso di detenzione presso domicilio privato, dove potrebbero essere coltivate un massimo di 5 piantine.
La proposta di legge garantirebbe poi la possibilità di riunirsi con altri consumatori per dar vita ai noti Cannabis Social Club, già attivi in molti Paesi all’estero.
Tutte le associazioni che stanno lanciando appelli in queste ore lavorano affinché l’argomento non venga riposto in soffitta: d’altra parte, dopo anni di silenzio, si era riusciti a portare il tema all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica. E fermarsi adesso vorrebbe dire tornare indietro.
(8 febbraio 2017)
©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)