di Gaiaitalia.com
Luigino Di Maio, da steward del San Paolo alla poltrona di vicepresidente della Camera in un battito di ciglia, ha rivelato a tutti coloro che ancora avevano dubbi che la sua vera natura è quella di un antidemocratico con venature da dittatorello che non sopporta critiche né velate né palesi, varando la sua lista di proscrizione dei giornalisti “sgraditi” al grillismo. E’ buona abitudine imitare il Vate del Sacro Blog in ogni occasione possibile così che, nel giorno in cui Twitter ha annunciato “basta con i troll” – decisione che decimerà i dementi grillini spargi-bufale – così che Luigino Di Maio (che vedete nella foto in una sobria, ma esauriente espressione) c’ha dato dentro.
Di Maio ha consegnato al presidente dell’Ordine dei Giornalisti una lettera, non sappiamo se coi congiuntivi corretti, per dire che la campagna diffamatoria contro il M5S deve finire. Non sappiamo se abbia aggiunto: “In modo che possa continuare quella del M5S contro gli altri partiti”. Luigino Di Maio ha quindi fatto nomi e cognomi, scrive l’Espresso, con relativi articoli incriminati. All’ex webmaster, ex steward dello Stadio San Paolo che ha abbandonato l’Università per insegnare il Diritto al presidente Mattarella stanno sul gozzo Emiliano Fittipaldi (L’Espresso), Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera, Carlo Bonini de La Repubblica, Alessandro Sallusti de Il Giornale, Elena Polidori di QN-Carlino-Nazione-Giorno, Valentina Errante e Sara Menafra de Il Messaggero. Quindi anche Edoardo Izzo de La Stampa, Fiorenza Sarzanini e Ilaria Sacchettoni del Corriere della Sera.
Dunque non sono gli incompetenti amministratori a 5Stelle a fare disatri, non sono la Sindaca di Roma ad essere indagata due volte, non sono gli esponenti palermitani del M5S ad avere falsificato firme per le liste elettorali, non è il Sindaco di Livorno ad essere indagato. Sono i giornali che devono piantarla di scrivere ciò che l’inettitudine del M5S provoca urbi et orbi. Grande, la democrazia a 5Stelle.
(7 febbraio 2017)
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