di Giovanna Di Rosa
Parliamo dello stesso Stefano Fassina che conoscete voi, quello che da responsabile per l’Economia del PD disse sì senza battere ciglio a tutte le misure del Governo Monti e che da sottosegretario (o viceministro, non ci ricordiamo emmeno più) fece lo stesso. Fu poi folgorato da quel “Fassina chi?” che quel mattacchione di Renzi gli rivolse per farlo inviperire (riuscendoci) ed ora si è riciclato come comunista puro e duro alla D’Alema del ’68 – perché ci si capisca – ed ora si schiererà all’interno d Sinistra Italiana, altro partitino del 3% scarso se gli andrà bene, contro l’Euro. L’uomo del tronfale 4% alle ultime amministrative romane, si è ormai eletto leader di quella sinistra fracassona e perdente che si rifugia nel pescivendolismo mutuabile dello slogan nostalgico, perché proprio la pelle delle natiche si rifiuta di dimenticarsi dell’odore degli scranni con cuscini rivestiti a loro volta in pelle, bisogno che li porta a qualsiasi scelta: persino a quella di votare contro il PD, perchè tutti sono contro il PD, insieme al M5S. Mai Stefano Fassina, ha alzato il suo colto verbo contro le scete patetiche della Sindaca Raggi, sposandone – anzi – alcune delle ridicole tesi.
Ora eccolo preda della morsa dei tutticontroeuroecontrorenzi alla ricerca di quella sinistra dei lavoratori con le mani sporche di grasso che lui, da funzionario del PD ed ora da esponenti di SI e da sottosegretario, conosce così bene da non nominarli mai.
(30 gennaio 2017)
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