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Quelli che sentendosi eterni sono disposti ad ammazzare, come se un giorno non toccasse anche a loro

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di Il Capo

 

 

 

 

 

 

Fin da quando ero bambino, penso spesso al fatto che un giorno, non si sa quando né come, non ci sarò più. Dovrò, come ogni cosa che vive, morire. Penso a questo con sempre maggiore tranquillità e sempre maggiore inquietudine insieme,  e spesso mi soffermo sui saggi consigli di Gandhi che invitava a riflettere sul tema della morte quotidianamente, così da essere preparati al momento in cui toccherà a noi. Un atteggiamento, quella gandhiano, intriso di profonda umanità.

 

Non c’è nulla di umano né di animale, invece, nell’atteggiamento di chi invoca la morte altrui – e si dichiara disposto ad essere lo strumento della dipartita del nemico (quale? io che ne so… Per certa gente c’è un nemico nuovo ogni due ore) – e che con le parole “ammazziamoli” risponde alle sollecitazioni dell’incauto e sprovveduto (o forse cautissimo ed avvedutissimo) politico di turno che dà fuoco alle pance del volgo. Nel loro delirio di onnipotenza, questi poveracci che ritengono di essere eterni, questi pericolosi e violenti cialtroni che rispondono alle sollecitazioni di un immaturo egopata, si dichiarano pronti ad uccidere l’avversario del momento, ritenendo di risolvere i loro problemi con la violenza verso altri esseri umani. Quasi che, eliminato il nemico, il problema si risolvesse automaticamente, come se nulla fosse. La questione naturalmente non si pone in questi termini. Ammazzare qualcuno non risolve il problema, semmai ne crea di nuovi (all’assassino, ai mandanti ideologici ed anche alla società) e se i morti ammazzati avessero contribuito a rendere la società migliore dovremmo vivere in un paradiso.

 

Ma il paradiso può attendere perché, per quanto banale e cialtronesca vi possa apparire questa opinione, dove c’è odio, dove c’è istigazione alla violenza, dove ci sono intolleranza e rancore gratuiti, per il paradiso non c’è posto. Poi sarà anche colpa di qualcuno, della stampa nel caso specifico evocato dal cialtristrionico Alessandro Di Battista al quale il popolino dei civil servants ha risposto “Ammazziamoli”ma l’odio alimenta soltanto odio e non risolve i problemi. Ne crea solo di nuovi.

 

E soprattutto, ammazzare gli altri non ci rende eterni. Prima o poi di morire capiterà anche a noi. Basterebbe pensarci un po’, anche solo una volta al giorno, per vedere il mondo con occhi diversi e cercare di renderlo un po’ migliore. Ma non pretendiamo certo di essere ascoltati.

 

(25 gennaio 2017)

 





 

 

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