di Gaiaitalia.com
Le dichiarazioni di Pierluigi Bersani, che ha tacciato il PD ed il segretario Renzi di “Blairismo rimasticato”, hanno ulteriormente rimarcato la distanza siderale tra la vecchia guardia del partito, conservatrice e rancorosa, e la nuova generazione emersa con la segreteria di Matteo Renzi ed il successivo periodo di quest’ultimo a Palazzo Chigi. Anna Rita Leonardi, giovane dirigente di spicco del Partito Democratico, ha nuovamente accettato di rispondere alle nostre domande su questo scontro generazionale in seno al maggior partito italiano, dopo le dimissioni di Renzi e i continui attacchi della minoranza del partito.
Proprio il 30 dicembre Pierluigi Bersani ha parlato del PD come esempio di “giovanilismo” che ha fatto il suo tempo: Che cosa risponde?
Pierluigi Bersani negli ultimi tempi preferisce palare del Pd sui giornali o in qualche riunione di corrente, invece di farlo nelle sedi opportune (assemblee o direzioni Pd). Non se ne comprende il motivo (o forse si), e tutto ciò turba molto gli elettori del Pd.
Giovanilismo? Beh, capisco che nel tentativo di criticare ci si attacchi a qualunque parola o frase d’effetto, ma nel caso del Partito Democratico è totalmente fuoriluogo.
Ha definito la politica del PD “Blairismo rimasticato”…
Di rimasticato, personalmente, vedo solo le proposte di chi oggi si erge a paladino della sinistra e si fa portavoce di un fantomatico “nuovo progetto”, dimenticandosi che nei 20 anni passati quella sinistra era rappresentata proprio da chi oggi cerca di tornare a galla.
Queste continue polemiche che cosa nascondono, secondo lei?
Di base una profonda insofferenza nei confronti di Matteo Renzi, che è iniziata con la sua vittoria al congresso e non è mai cessata.
Di fondo un tentativo di voler riacquistare un ruolo politico di primo piano, da parte di chi non ha mai accettato la sfida del cambiamento.
Un cambiamento, sia chiaro, non anagrafico ma di idee ed approccio politico.
La minoranza PD non farebbe meglio a dire “Renzi vattene”?
E come potrebbero mai farlo? Renzi è il segretario del Pd. È ovvio tuttavia che se ad ogni loro uscita pubblica, non perdono occasione per dire che si deve “superare il renzismo”, il messaggio è più che evidente.
Cosa pensa del risultato referendario?
Avevamo capito da tempo che la sfida era ardua, e nonostante tutto abbiamo creduto pienamente all’importanza della Riforma Costituzionale. Lo stesso Renzi si è speso anima e corpo per far capire i benefici che il Sì al Referendum avrebbe portato.
Penso che questa sconfitta debba farci ripartire nella consapevolezza che dobbiamo ascoltare di più i cittadini, e dobbiamo allontanare quel concetto di politica baronale che, soprattutto al Sud, ha allontanato giovani e meno giovani.
Troviamo che l’espressione “giovanilismo” sia offensiva. Lei cosa ne pensa?
Credo sia un’espressione ambigua. Un qualcosa che si dice quando non si vuol fare un complimento ma non ci si vuole esporre troppo.
Personalmente non amo l’ambiguità, né nelle parole, né nei comportamenti.
Vede profilarsi una possibile scissione?
Spero di no. Non ho mai amato le scissioni, sono sempre stata convinta che il confronto tra le idee sia costruttivo. Certo è che non si può continuare a lottare all’interno della propria casa. Bisogna trovare un equilibrio, per rispetto soprattutto dei nostri elettori.
Grillo ieri ha attaccato Pitruzzella perché vuole rimuovere le “bufale” dal web. Non è assurdo che il capo del M5S si schieri così dichiaratamente in difesa delle notizie false?
È assurdo e pericoloso. Grillo ieri ha gettato definitivamente la maschera. Chi può avere interesse a difendere una bugia? Semplice, chi se ne serve. Grillo ha fondato un partito sulle bufale, è ovvio che si senta toccato. Cosa propinerà alla gente se non potrà più raccontare bugie? Purtroppo il web è diventato il luogo in cui tutti possono spacciare per vera una cosa inventata e possono “insultare ed offendere” credendosi tutelati. Questi sono i metodi preferiti da certi “movimenti” politici. Mi chiedo se sia un caso che Grillo si sia alzato a difesa delle “bufale sul web”, o se sia un caso che tra le 105 “lex iscritti” del M5S ci sia la depenalizzazione del reato di diffamazione, anche a mezzo stampa. Eh già…
Cosa c’è nel futuro del PD?
Il Pd deve ripartire dalla consapevolezza degli errori commessi e delle cose buone fatte.
Deve trasformarsi nel punto di riferimento dei giovani, deve essere la certezza per gli anziani, deve saper rispondere a quella sete di partecipazione politica che non può essere abbandonata, perché non diventi preda di populismi e antipolitica, stile Salvini e Grillo.
Il Pd è l’unico partito che investe nella crescita e nella formazione delle proprie classi dirigenti: ora è il tempo di dimostrare che il lavoro fatto fino ad ora ha dato i frutti sperati, soprattutto nei territori del Sud, dove lo scollamento è maggiore.
E nel futuro del segretario Matteo Renzi?
Matteo Renzi è un grande leader.
Ha ridato forza e vigore al Pd nel momento di maggiore difficoltà. Sono certa che, grazie alla sua guida, il partito diventerà sempre più grande.
E noi siamo pronti a lavorare con lui.
(31 dicembre 2016)
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