di Giovanna Di Rosa
Fortunati siamo, in questo paese di gente fortunata che vota sempre la persona giusta, ad avere personaggi politici al governo delle città del calibro di Virginia Raggi. Lei, la Signora delle Funivie e di tutti i rimedi, colei che è riuscita a collezionare dodici dimissioni in un giorno solo restando ben salda al comando della Giunta degli Immobili, lei che viene dalla scuola di Beppe Grillo profeta della povertà che affittava una delle sue proprietà a più di 14mila euro a settimana, ha potuto mostrare il suo buon cuore, il suo animo gentile e delicato, devastandosi in lacrime alla messa della Caritas e giustificando il suo pianto con un opportuno: “E’ un momento complicato”. Perché prima della sua lacrima strappalacrima non se n’era accorto nessuno.
Quale momento migliore per celebrare la sua nullità politica ed istituzionale a suon di lacrime, unendo il tutto all’opportunità di mostrare al mondo di essere un’anima fragile sopraffatta dagli eventi? La messa di Natale della Caritas: nella quale la Sindaca del Libero Scambio e del Pannolino Lavabile ha lasciato che la sua profonda sensibilità spadroneggiasse, proprio come nel successivo incontro con la Comunità di Sant’Egidio alla quale ha pensato bene di parlare di umanità, proprio come se quella comunità avesse bisogno di lezioni.
Nel frattempo novità poche o nessuna, a parte il restyling dell’albero di Natale in Piazza Venezia, parole molte e fatti nulla. Nemmeno una misura che ponga freno al vagare disperato dei frigoriferi complottisti in cerca di una sistemazione definitiva nelle discariche romane (e che per sfregio all’ordine a 5Stelle, decidono di fermarsi a lato dei cassonetti). Le lacrime della Raggi sono quelle di tutta Roma che si unisce alla Sindachissima di tutti i Miracoli. Lei piange perché è sensibile. Loro perché son furiosi. Volete mettere la differenza?
(27 dicembre 2016)
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