
di Daniele Santi
Dopo avere gridato tutto il gridabile nel periodo pre-referendario, la strategia del M5S di continuare ad interferire nella vita democratica italiana a suo uso e consumo, secondo gli obiettivi che sono chiari solo a Grillo dal qualegli accoliti prendono ordini, continua. Ultimo delle serie la sortita di Alessandro Di Battista sul referendum sull’uscita dall’euro (che costituzionalmente non può avere luogo) che necessita naturalmente di una raccolta di firme per promuoverlo.
Ci sentiremmo di consigliargli di iniziarne la raccolta (delle firme) da Palermo, splendida città siciliana nella quale gli esponenti del M5S hanno già dato prova di una certa abilità nel procacciare firme necessarie ai loro scopi. Iniziando da lì magari Alessandro Di Battista, filosofo sgrammaticato del tempo che esiste in un luogo ma non in un altro, ricorderà a se stesso ed ai pregiati accoliti, oltre a proseguire con la bufala della coerenza e dell’onestà da tramandare ai posteri come la barzelletta d’inizio secolo, l’antico rito dell’azione che genera una conseguenza e che le balle, quelle di tutti, generano balle in un circo senza fine e senza finale. Di Battista gioca col fuoco, come tutti i suoi amichetti, e soffia sul vento della ribellione sociale che, qualora dovesse avvenire, travolgerà anche lui ed i suoi compagnucci del gioco della politica che vende cose che non esistono. Ma questo è il partito del grillo, del nipote del grillo e del commercialista del grillo, se ci piace. E non è un’idea politica, è una specie di setta di fanatici proni al Gran Sacerdote del Rito del No. Non è un movimento per le Riforme, è un’insieme di idee per lo più dissennate che vanno dal no ai vaccini al no ad ogni legge, dalle scie chimiche al cancro che non esiste, dal volere l’uguaglianza di tutti, ma anche no, e dal no al razzismo al fuori gli immigrati.
Mentre parla di raccogliere firme per un referendum che non è proponibile il buon Di Battista potrebbe nel frattempo dare una spiegazione sulla questone di Palermo, dire due cosette sulla vestale Di Vita, tra le più integraliste della Setta, e toglierci ogni dubbio sul fatto che i vertici del glorioso Blog fossero all’oscuro di ciò che a Palermo (e a Bologna) era successo. Invece solo fumo.
E niente arrosto, of course.
(9 dicembre 2016)
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