di Giovanna Di Rosa
Dopo l’essersi calati nei panni del perfetto costituzionalista che a menadito riesce a distinguere cosa è costituzionale e cosa no e a scriverlo immediatamente sul suo social preferito, l’Italiano da Social che non ha tempo di farsi una vita decente perché è impegnato a scrivere di sé, su di sé, contro sé e contro il mondo, si è scoperto strenuo difensore della Costituzione Italiana – la più bella del mondo – contro quel mostro del dimissionario presidente del Consiglio che voleva distruggerlo e trasformare l’Italia nella neo Unione Sovietica. Dove fossero quegli strenui difensori nelle sedici volte precedenti nelle quali si è messo mano alla Costituzione, non lo sappiamo. O forse sì. E se abbiamo ragione ci tornassero.
Questo schierarsi con tutto sé stesso in difesa della Carta Costituzionale italiana non fa onore alll’Italiano da Social perché ci costringe a ricordargli tutte le volte che la Costituzione che tanto ama se la mette (se la è messa) sotto ai piedi. Alcuni esempi? Eccoli di seguito:
- se la è messa sotto i piedi ogni volta che, negli ultimi decenni, si è opposto con violenza al riconoscimento dei diritti delle coppie dello stesso sesso;
- se la è messa sotto i piedi ogni volta che ha pestato una donna;
- se la è messa sotto i piedi ogni volta che ha offeso o discriminato un immigrato, ogni volta che ha offerto un lavoro in nero, ogni volta che non ha assunto una donna perché ha il difettuccio di procreare, ogni volta che una donna è stata sottopagata, ogni volta che un immigrato ha guadagnato 2,50 all’ora, ogni volta che un padre di famiglia è stato licenziato.
Se la è messa sotto ai piedi ogni volta che ha dimenticato, ad esempio, che la Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale; oppure quando se ne è fregato dell’articolo che ricorda come tutti i cittadini abbiano pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. O quando con le sue idee personali si è opposto al compito della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. O ancora quando, con argomenti risibili, ha manifestato contro l’articolo che recita “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge” intraprendendo azioni atte a limitare tale libertà o, sono casi recenti, cercando – è un grande l’Italiano da Social! – di impedire l’attuazione dell’articolo che recita: “lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”.
Ecco così dimostrato che prima di ergersi a supremi costituzionalisti e a paladini della Carta Costituzionale italiana, i signori che votano un’accozzaglia neofascista che va da Casapound a Forza Nuova, che passa per l’intolleranza della Lega di Salvini ed il finto buonismo sociale di Meloni, ed approdano a Bersani e D’Alema passando per l’anima nera del M5S, qualche domanda seria su loro stessi e sul loro pensiero acritico forse potrebbero anche farsela.
P.S. Lo scrive una che al referendum, pur recandosi al seggio, ha annullato la scheda non essendo convinta né di un’opzione né dell’altra.
(6 dicembre 2016)
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