di Il Capo
L’affluenza del voto degli Italiani all’estero al 40%, (gli Italiani all’estero sono quelli che se ne sono andati a causa dell’immobilismo dei vari Bossi, Brunetta, Bersani, D’Alema, Berlusconi, Meloni eccetera che si spacciano per il nuovo, ma stanno al governo da vent’anni, ed oggi sono tutti allegramente per bloccare con il “No” l’ennesimo tentativo di riformare il paese), ha pesantemente allarmato le Signorie Loro che hanno già cominciato, secondo il notiziairio di Radio24 delle 13 (del 2 dicembre, ndr) a sgallineggiare contro presunti brogli elettorali. All’allegra congrega dei complottisti si sono aggiunti da tempo gli esponenti del M5S. Salvini , da parte sua, getta soavemente benzina sul fuoco: “Voti all’estero comprati”.
Brunetta, da parte sua, con uno dei soliti misurati interventi, ha detto a Radio Anch’io: “I nostri connazionali residenti all’estero hanno il diritto di votare, devono farlo in tanti, ma devono anche essere sicuri che il loro voto non venga manipolato. Sarebbe molto preoccupante se il voto all’estero fosse determinante rispetto ai 40, 50 milioni di voti potenziali in Italia”. Non ha spiegato perché sarebbe preoccupante, un voto è un voto e nel conteggio dei voti prevale la maggioranza. Anche se a Brunetta non piace.
Una classe politica di irresponsabili, quella che si lascia andare a dichiarazioni di questo tipo alla viglia di una consultazione popolare. Irresponsabili come coloro che giocherellano con le firme false: gli esponenti M5S a Palermo e Bologna, quelli PD a Torino in occasione delle elezioni regionali del 2014. E’ di questa classe politica di irresponsabili che è cresciuta nell’ultimo ventennio che, vincano i “Sì” o i “No” l’Italia deve mettersi in condizione di fare a meno.
(2 dicembre 2016)
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