di Ahmed Naouali
Il furore liberticida del dittatore Erdogan continua a scuotere violentemente le fondamenta dello stato turco, distruggendo le poche libertà individuali che rimanevano e accanendosi contro i suoi nemici dichiarati, i Curdi, che sono – guarda un po’ – gli stessi nemici dichiarati dell’Iran e dell’Isis: francamente bisognerebbe cominciare a chiamare Erdogan con il suo nome. Ma non è questa la sede.
L’uomo che si è inventato un colpo di stato, abbiamo visto come, e che è riuscito nell’intento di far saltare in aria la Turchia come la conoscevamo (e tutta la regione non sarà più la stessa), ha fatto arrestare nella mattinata del 14 novembre a Istanbul l’avvocato Levent Piskin, come riferisce Rainews che cita il sito web del giornale di opposizione Cumhuriyet. Piskin, che si batte per il rispetto dei diritti umani nel Paese, è l’avvocato che ha incontrato in carcere la scorsa settimana Selahattin Demirtas, co-presidente del partito filo-curdo Hdp, arrestato nei giorni scorsi insieme ad altri nove deputati, ed alla co-leader, Figen Yuksekdag. Le ragioni dell’arresto? Sconosciute. O meglio, conosciutissime. Dare fastidio ad Erdogan e ai suoi disegni totalitari.
(14 novembre 2016)
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