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Potrebbero esserci balle sulle firme elettorali a 5Stelle anche in quel di Bologna

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m5s-grillo-di-maiodi Giovanna Di Rosa

 

 

 

 

 

 

 

C’è un altro capitolo relativo a possibile raccolta di firme false da parte del M5S tutto coerenza ed onestà (giustamente coerenza impone che se è successo a Palermo, il giochetto delle firme false, succeda anche in altre città) che viene messo in piazza, diciamo così, ad un paio d’anni dalla presentazione di un esposto da parte di alcuni attivisti del Movimento della balla facile che però i bugiardi sono sempre gli altri.

 

Pare, racconta Next Quotidiano, che l’esposto sia stato preso molto sul serio dai Carabinieri che starebbero per consegnare il fascicolo delle indagini alla Procura di Bologna. La questione riguarda la raccolta firme per le elezioni regionali del 2014 ed erano stati due attivisti di Monzuno, Stefano Adani e Paolo Pasquino, a depositare l’esposto per denunciare quelle che a loro dire erano le irregolarità compiute dal M5S nella raccolta delle firme per la presentazione delle liste elettorali.

 

Scrive Next: “Quattro gli episodi irregolari inizialmente denunciati, ma non è noto di sapere se nel frattempo dalle indagini dei Carabinieri sono emersi altri casi. Il più eclatante è quello della raccolta firme effettuata durante Italia a 5 Stelle al Circo Massimo a Roma che si svolse il 10 11 e 12 ottobre 2014. In quell’occasione in alcuni banchetti allestiti dagli attivisti dell’Emilia Romagna vennero raccolte le firme per le candidature; firme irregolari dal momento che sono state raccolte al di fuori del territorio di riferimento. Altri tre episodi invece sono locali e riguardano l’assenza del pubblico ufficiale che ha il compito di certificare la veridicità e l’autenticità delle sottoscrizioni: due episodi riportati sono accaduti a Bologna (nel circolo Mazzini, uno dei luoghi deputati alle riunioni degli attivisti, e durante il “Firma Day”) mentre l’ultimo si è verificato durante una campagna di raccolta firme a Vergato, sull’appennino tosco-emiliano. In questi mesi le forze dell’ordine hanno sentito numerosi testimoni ai quali è stato chiesto di riconoscere la propria firma, di indicare dove e quando è stata apposta e soprattutto di confermare se tutta la procedura si è svolta in presenza o meno del certificatore ufficiale”.

 

Dopo l’esposto erano partite minacce di querela ai due (ex) attivisti, ma pare proprio che a loro non sia arrivato nulla: ora rispunta il fascicolo – a carico di ignoti – che sta per essere consegnato in Procura. Nei prossimi giorni qualcuno potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati, decideranno i PM. Le ipotesi di reato non sono ancora note.

 

 

 

 

 

 

(27 ottobre 2016)

 

©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

 

 

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