di Giovanna Di Rosa
Alla presenza del sommo Vate in tribuna assiso, il M5S ha dato il via, forte della presenza del padre padrone, all’ennesima sceneggiata ad uso e consumo dei fanatici della setta che ha visto i servi del Grillo, del nipote del Grillo e del commercialista del Grillo, dare il meglio di loro per fare bella figura di fronte al burattinaio che governa i loro destini. Non c’è stato complotto della Casta a difesa dei suoi interessi (Di Maio spieghi i suoi 108.752 euro di rimborsi in tre anni, prima di gridare contro quella che chiama la Casta), ma una serie di operazioni cialtronesche che millantano complotti quando, invece, gli esponenti della setta a 5Stelle già sapevano che la Legge non sarebbe stata discussa (Roberta Lombardi prese atto, leggere qui il verbale della Camera, pagina 6).
Si sapeva, infatti, che il testo sarebbe stato nuovamente rinviato in Commissione Affari Costituzionali dove era già stato presentato, come il verbale della Camera visibile al link in alto dimostra. Tuttavia si è preferito utilizzare le solite grida ad uso e consumo del proprio elettorato, azzuffarsi in vista del referendum con Di Maio che accusa Renzi e quest’ultimo che parla di stipendi legati alle presenze in aula più Brunetta che dice la sua facendo ammazzare dalle risate anche il suo partito. La Legge Lombardi, era stata ridotta dalla stessa Lombardi a soli due articoli, nel disperato tentativo di farla passare, ma non è passata. Perché i voti contano.
In realtà la Legge non è nient’altro che l’ennesimo tentativo del M5S di fare lo sgambetto alla modifica costituzionale che sarà votata dagli Italiani con il referendum del 4 dicembre prossimo, nel tentativo di far saltare Renzi e di andare ad elezioni alle quali prevedono di trionfare. Nel dettaglio, scrive Next Quotidiano, la riforma pentastellata prevede “l’erogazione di un’indennità mensile pari a 5.000 euro lordi, nessuna indennità aggiuntiva per lo svolgimento di altri incarichi interni alla Camera di appartenenza. La legge fissa anche a 3.500 euro al mese l’ammontare massimo dei rimborsi spese di soggiorno e di viaggio (il rimborso per le spese di soggiorno non è riconosciuto ai parlamentari residenti a Roma) più un rimborso di 3.690 euro al mese per le spese relative all’esercizio del mandato parlamentare e la retribuzione dei collaboratori. È prevista infine un’indennità di fine mandato pari all’importo dell’indennità parlamentare e commisurata alla durata del mandato svolto”. Metti che qualcuno quei rimborsi li spenda tutti, stipendio incluso, arriviamo ad un totale mensile di spesa di 12.190 euro, per un totale annuale di 146.280 euro, e per legislatura (5 anni) di 731.400 euro (a deputato) che per 945 deputati (sono i 5Stelle a non volere che passi la riforma che sfronda le Camere) fanno 691.173.000 in cinque anni per mantenere la politica che siede in parlamento. Ora le spese per legislatura ammontano a circa 907.200.000 di euro. Il risparmio, in cinque anni, sarebbe di 216.027.000 euro; in un anno si risparmierebbero poco più di 12 milioni di euro. Né 61 come sta scritto sul blog del Tribuno da stadio né 87 come dicono i servi della setta.
Se puntassero sulla forza della legge e sui soldi risparmiati in una legislatura, anziché sgallineggiare e sacrificare banalità all’altare del gomblotto come “se dovessero bocciare la nostra proposta e rimandare il testo in commissione, o fare altri giochi di palazzo, verrebbe confermato il loro grande inganno nei confronti del Paese e, cioè, che la riforma costituzionale è stata dettata al Governo dai gruppi d’investimento esteri che vogliono solo spolpare l’Italia, a danno dei diritti dei cittadini”, magari riuscirebbero anche a farla passare e sarebbe un bene per tutti.
Invece giocherellano per fare lo sgambetto a Renzi e presentano il loro DDL con modalità che ne rendono impossibile l’approvazione. Tutto per dare la stura all’ennesima improduttiva polemica ad uso dei fanatici della setta. Il solito raffazzonato cialtronismo pentastellato. Il solito show di Beppe Grillo ad uso e consumo del suo blog milionario.
(25 ottobre 2016)
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