di Giovanna Di Rosa
Massimo D’Alema, l’insopportabile Grande Vecchio della vecchia politica, l’uomo che ha fallito in tutto ciò che ha fatto, quello della Bicamerale abortita, quello dell’accordo con Berlusconi che poi quest’ultimo rinnegò, l’uomo che succedette a Prodi (molti ricorderanno come), che distrugge essendo incapace di costruire, disposto a tutto pur di non perdere il potere che ritiene di avere all’interno del PD, ha lanciato il suo orrido messaggio dagli schermi di Rainews: “Renzi parla ai giovani, ma i giovani non lo seguono. Al Referendum voteranno Sì solo i vecchi perché non capiscono la riforma”. Raramente abbiamo ascoltato un messaggio di tale disprezzo ed arroganza in una campagna elettorale, disprezzo verso elettori che D’Alema, con quest’ultima boutade, rischia di perdere definitivamente. Ed insieme a lui il suo circolo privato di reginette della politica. Tutto questo avviene mentre Matteo Renzi parla a Palermo, ed alcuni sondaggi danno notizia del sorpasso dei “Sì” sui “No” al referendum del 4 dicembre, sondaggi che paiono avere un fondo di verità se persino Lilli Gruber, nemmeno troppo velatamente ostile al premier ed alla Riforma, si è presa il disturbo di parlarne a Otto e Mezzo con Matteo Richetti ed il leader [sic] di Forza Italia, Parisi.
Il sondaggio è stato effettuato da Demopolis proprio per la trasmissione de La7, “Otto e Mezzo” con l’Istituto che ha contattato un campione di 1.200 persone, rilevando che i “Sì” hanno guadagnato due punti percentuali in 10 giorni passando dal 49% al 51%. Un quarto degli elettori non sa ancora se andare a votare e la percentuale degli Italiani che hanno già deciso di votare veleggia attorno al 53%. L’Istituto rileva che tanto l’endorsement di Barak Obama tanto alcune misure previste dalla Legge di Bilancio sembrano avere inciso positivamente sul voto favorevole di elettori non schierati politicamente e tra gli indecisi. Il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento commenta comunque che “L’esito del referendum del 4 dicembre rimane molto incerto” e cita la forbice – ampio è il margine di errore – stimata da Demopolis: “Tra il 48 ed il 54% per il Sì, e tra il 46 ed il 52% per il No”.
Non è niente affatto curioso, né tranquillizzante, che il 48% degli intervistati dichiari di votare non per il merito del referendum, ma “contro il governo Renzi”, fatto che conferma la pericolosa tendenza dell’Italiano che ragiona con la pancia, a non rendersi bene conto di ciò che sta facendo (politicamente parlando) e perché.
(22 ottobre 2016)
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