di Il Capo
Il sospetto che sia stato fatto fuori perché la defenstrazione era funzionale allo sviluppo di un progetto politico che avrebbe portato la Capitale nello stato in cui si trova oggi, è più che un sospetto, e non è di quello che abbiamo intenzione di scrivere. Certo è che dopo le polemiche, le dimissioni dei consiglieri della maggioranza, le dimissioni di Marino, le elezioni e la vittoria della Sindaca del Pannolino Lavabile sarebbe arrivato il processo più volte invocato anche dallo stesso Marino, processo nel quale l’ex Sindaco della Capitale fatto fuori per interessi di partito, è stato assolto. La storia è nota e non la ripercorreremo, ma stupiscono alcuni comportamenti di dirigenti del partito di Marino, primo fra tutti Matteo Orfini che dopo l’assoluzione dalle accuse di Ignazio Marino “perché il fatto non sussiste” ha postato un tweet degno di un esponente a 5Stelle che si sarebbe anche potuto risparmiare.
Ricordo che chiedemmo le dimissioni di Marino non per gli scontrini (a farlo fu sel) ma perché incapace di risolvere i problemi di Roma.
— orfini (@orfini) 7 ottobre 2016
Ci sono cose estremamente sgradevoli che succedono in politica: come il far saltare in aria un Sindaco che aveva vinto tutto: primarie ed elezioni, contro il parere della dirigenza del partito stesso, per dimostrare che un altro partito politico – unico possibile vincitore della elezioni successive – non sa governare (lo sappiamo che è un’ipotesi fantasiosa, ci risparmino la lezione i professoroni da social), ma come in tutte le questioni umane anche le cose pi sgradevoli si risolvono con semplicissime scuse, seguite da atti concreti. Che Marino fosse capace o incapace non riguarda Orfini, è cosa che avrebbero giudicato i settecentomila romani che l’avevano votato con entusiasmo sostenendolo dai dibattiti televisivi alle primarie fino a sceglierlo come Sindaco della Capitale; il PD romano è passato come un rullo compressore su quei settecentomila voti e avrà bisogno di un bel po’ di purgatorio prima di riconquistarne la fiducia. Se la correttezza per Orfini e i suoi conta ancora qualcosa, sia fatto almeno l’atto di scuse ufficiale e si restituisca dignità ad un uomo sul quale ne sono state dette di tutti i colori.
(8 ottobre 2016)
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