di Giancarlo Grassi
Così che si sono messi in moto tutti, risorgendo da un mummifico stato di quasi-catatonia politica, gli appartenenti alla Reazione per missione: dalle destre che hanno firmato la riforma costituzionale per poi dire no, alle sinistre nelle sinistre che prima l’hanno firmata per poi dire no, ai millantatori di riforme a 5Stelle, ad altri fascistucoli sparsi di qua e di là, insieme ai fedelissimi di Salvini e Meloni. Tutti si stanno schierando – guardarli bene in faccia e ricordarseli prima del prossimo voto, non farebbe male – contro il Presidente del Consiglio che ha osato sfidare trent’anni di immobilismo per mettere in moto riforme per il paese. Stanno tutti lì: i blog improvvisati per far palanche, i quotidiani nati per essere contro tutto per il gusto di essere tutti contro, i parlamentari falliti alla Cuperlo (che diteci che cosa ha mai fatto di buono nella sua vita politica, questo grigio burocrate aggrovigliapensieri), quelli che un giorno sono d’accordo e l’altro contro, quelli alla Civati che hanno fondato nuove formazioni politiche da quattro sedie, due voti e un sacco di madonne, per arrivare a minidotati che si sentono premi Nobel dell’Economia e che tutto ciò che sanno fare è gridare. Tutti sono schierati, i principi della Reazione, contro Renzi e gli gridano: “Come osi?”.
Ma lui, osa. Ed osa sempre di più. All’orizzonte il referendum di novembre rispetto al quale la Reazione dice tutto ed il contrario di tutto salvo entrare nel merito, perchè entrando nel merito non c’è davvero nulla da contestare (chi scrive si studia il testo grazie all’opuscolo stampato dalla Camera e francamente rischi dittatura non ce ne sono, al contrario tutto l’impianto appare molto più snello): così che si chiede di cambiare l’Italicum, ci si affida a Di Battista ed al suo tour in moto per l’Italia per capire cosa dice la riforma della Costituzione, perché lui è l’alfiere della chiarezza; oppure, ancor meglio, si può negoziare sull’Italicum per cambiarlo in cambio del “Sì” al referendum – perché la Reazione non vuole il bene dell’Italia, vuole negoziare privilegi per sé ed i suoi accoliti – dato che rischiando di rimanere fuori dal Senato poi tocca trovarsi un mestiere che abbia un senso e dopo aver dimostrato pubblicamente di essere degli incapaci, la questione diventa seria.
Poi ci sono le Feste de l’Unità e la richiesta di piccioli del Vate a 5Stelle per la festa del suo movimentucolo che elegge incapaci e poi è colpa di Renzi: da un lato il geriatrico del PD contesta al segretario la scelta di intotolare le feste de l’Unità “Italia per il Sì”, dall’altra il Vate delle Palanche si lamenta che sono sempre i soliti 10mila a buttare i loro soldi per sostenere le cause perse del movimentucolo che elegge incapaci. Nel merito delle questioni nessuno dei grandi esponenti della Reazione entra mai. Innanzitutto l’Italia vada a puttane. Così sarà colpa di Renzi e potremo dire che avevamo ragione noi. Squallore senza fine.
(12 agosto 2016)
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