di Il Capo
Scrive Repubblica.it:
Il resto dell’articolo lo potete leggere a questo link, è d’interesse. Perché in fondo spiega come sia davvero facile cadere nel conflitto d’interessi in questo paese, anche qualora non si voglia, a causa della fitta rete di relazioni che si devono mantenere per fare in modo che il potere rimanga sempre ad appannaggio di pochi. L’intercettazione telefonica di cui sopra, ora resa nota, e che vede coinvolti il tristemente noto Salvatore Buzzi, poi nei guai per la questione di Mafia Capitale, e l’ora Assessora Muraro, della pregiata giunta di Sua Maestà Virginia I a 5 Stelle, non è però l’aspetto più interessante della storia. La storia, infatti, rende noto (chiarisce, conferma, ricorda, il verbo sceglietelo voi), anche a coloro che non vogliono vedere, e non vogliono vedere mai, ed anzi preferiscono far finta di niente, che il malaffare – quando purtroppo è malaffare sul serio – non ha colore politico, non ha nomi e cognomi da indicare a fini elettorali, non è cosa sulla quale costruire le proprie fortune politiche, è soltanto cancro contro il quale lottare. Il M5S che sulle brutture romane ha costruito la propria vittoria alle ultime amministrative, non si è certo dimostrato l’antidoto ed è, per certi versi, molto più tossico di certa chemioterapia. In più la tendenza dei vertici del movimento di circondarsi di incapaci o mezze calzette porta a scelte scriteriate come quella di Muraro all’assessorato all’Ambiente, che sta sollevando un vespaio e che mette in gioco, dopo poco più di un mese, la credibilità stessa della Regina di Roma e del sedicente direttorio a 5Stelle. Arriveranno almeno alle elezioni politiche senza che Raggi venga defenestrata? Che politico è quello che non riesce nemmeno ad imporre la sua larghissima vittoria personale al proprio partito?
Pessima abitudine quella di costruire le proprie fortune sulle disgrazie altrui: la propaganda a 5Stelle su Mafia Capitale la ricordiamo tutti. Ne ricordiamo i toni. Ricordiamo i vari Di Maio, Di Battista, la stessa Raggi. Ricordiamo le grida di Grillo. Ricordiamo i post, i volantini, i post, ricordiamo tutto.
Personalmente detesto il M5S, ritengo il Movimento essere un’accozzaglia d’incapaci diretti da un’entità sconosciuta i cui veri obbiettivi non sono chiari. Faremo di tutto per contrastarli con i mezzi che possediamo. Ma, contrariamente allo stile a 5Stelle, non siamo soliti godere delle disgrazie altrui, non ci inventiamo delinquenti a fini giornalistico-propagandistici e preferiremmo, per la Capitale, un governo onesto (ça va sans dire), e soprattutto capace. Se sull’onestà c’è qualche dubbio – desideriamo fortemente, credeteci, che Muraro sia la migliore assessora della storia di Roma – sull’incapacità dubbi non ce n’è (ahinoi) nessuno. Tra le promesse da favola di Sua Maestà Virginia I a 5Stelle che spaziavano dalle funivie, al libero scambio, a bilanci che si risavano grazie ad un colpo di ciglia ed altri miracoli di vario genere, le visite del Vate in Campidoglio e le scenaggiate dai balconi di Hotel a 5 Stelle (non una di meno!) della Capitale, la triste epopea della giunta capitolina affidata all’Armata Brancaleone degli ennesimi salvatori della Patria è già al capolinea: completamente svolta, raccontata e finita. E non importa quanto durerà.
In ultima analisi, chi di Buzzi ferisce di Buzzi perisce. E non ci riferiamo al malaffare, ma alla propaganda che una banda di impreparati Cittadini sedicenti a 5 Stelle è riuscita a montare su di esso e che ora, chi di Buzzi ferisce, gli si ritorce contro. Non che ci dispiaccia.
(5 agosto 2016)
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