di Il Capo
Dunque l’ennesimo “lupo solitario”, che agisce in nome dell’odio contro il mondo propagandato da al -Baghdadi, è riuscito a dare libero sfogo al suo essere contro la vita – la sua stessa vita prima di tutto – e si è lanciato con un Tir contro la folla che celebrava la festa nazionale francese a Nizza, uccidendo decine e decine di persone e ferendone moltissime altre, prima di essere ucciso dalla polizia. Ancora una volta la nostra civiltà, questo pezzo di mondo, è stato colpito nel suo concetto basilare di democrazia, quello che permette alle persone di essere libere di fare festa, di gioire, di bere, divertirsi, di fare l’amore, di essere ciò che sono. Concetti semplicissimi (per noi), che diventano l’obbiettivo del terrorismo oscurantista islamista che distruggerà non questa parte del mondo, ma quella parte del mondo dal quale proviene. L’Isis ha celebrato la strage, perché c’è sempre qualcuno che celebra le stragi e, ancora una volta, abbiamo visto prendere vita l’orribile concetto della morte altrui che permette a chi uccide di prosperare, alle sue idee disgraziate, agli assassini che annientato con bombe, kalashnikov, tir, kamikaze, di sentirsi vincitori. Tutto questo entra, come un incubo, in un mondo come quello europeo che la Guerra in casa propria, dopo il 1945, non l’ha vista più. Coloro che ci colpiscono la guerra l’hanno vissuta in casa loro, continuano a viverla, anche grazie alle nostre bombe. Noi le chiamiamo bombe di pace per combattere il terrorismo che ci colpisce, abbiamo coniato l’espressione “effetti collaterali” per non citare i morti civili dei bombardamenti occidentali in Medio Oriente. Continuiamo a fare affari con Arabia Saudita ed Iran, principali finanziatori dell’Isis. Le notizie che rimbalzano sui media grazie al web, e che riportano – ad esempio – che l’attacco contro Saddam Hussein non era legittimo, quali ripercussioni hanno su un mondo che cova vendetta contro l’Occidente da decenni? Il selvaggio colonialismo del secolo scorso in quelle aree, quali effetti continua a generare nelle menti facilmente eccitabili di coloro che pur di vendicarsi uccidendo, sono disposti a rinunciare alla propria vita? L’Isis, che sta perdendo colpi nei territori che ha occupato, è ora più che mai pericoloso e colpirà con più frequenza e più ferocia proprio grazie ai disperati che sono disposti ad uccidere ed uccidersi, sperando, contro ogni speranza, che l’adilà sarà migliore di questa vita. Che mondo abbiamo generato, noi umani che ci vantiamo di conoscere di che materia è fatto Giove e siamo incapaci di sondare il nostro cuore, se riteniamo di non poter cambiare in meglio il nostro ambiente, di non poter migliorare il mondo, di non poter porre fine alla crudeltà e alla barbarie? Noi non abbiamo risposte, le lasciamo agli esperti da social che sanno tutto e che per difendere il loro sapere sono disposti ad offendere, maledire, augurare la morte, odiare, e quindi bannare (uccidere, in qualche modo), denunciare all’assistenza il post che non “gli” aggrada. Sentendosi vincitori. Sono un grande insegnamento i social, a saperli leggere. Lì si annida il peggio di noi tutti; lì perpetriamo le peggiori azioni; lì scriviamo le peggiori offese. Basterebbe poco. Analizzare ciò che sui social facciamo, decidere di cambiare ed applicare questo cambio al nostro quotidiano. E la prima guerra sarebbe vinta. Ciò che sappiamo è che è dall’odio religioso, o se preferite dalla religione presa come mezzo per giustificare l’odio, mettendo in bocca ai vari dèi ciò che il guerrafondaio di turno vuole imporre, che tutte le guerre sono state generate. E’ quindi da una profonda rivoluzione religiosa, e quindi da una profonda rivoluzione interiore di ogni essere umano, riteniamo debba arrivare la soluzione. In un mondo nel quale i leader non sono ormai più tali, perché come tali non vengono più riconosciuti, l’unico leader di sé stesso deve essere l’essere umano. Illuminato alle proprie responsabilità nei confronti di tutti.
(15 luglio 2016)
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