di Vittorio Lussana twitter@vittoriolussana
Non sono molto d’accordo con chi, come l’attuale direttore de l’Avantionline, Mauro Del Bue, in questi giorni ha sottovalutato il pessimo comportamento di Pellé e Zaza, i quali hanno letteralmente ‘sparato’ su Saturno la possibilità di rinvincere il campionato europeo per nazioni dopo 48 anni. E’ vero che l’esperienza di Antonio Conte sulla panchina ‘azzurra’ ha formato uno ‘scheletro’ di squadra molto interessante, con un’ottima difesa e un centrocampo fantasioso, ricco di variabili. Tuttavia, riteniamo che il reparto che più di altri non abbia funzionato, nell’Italia di Euro 2016, sia stato proprio quello offensivo, che non sempre ha saputo dimostrarsi lucido e preciso nelle conclusioni. Compresi i ‘rigori’, ovviamente. Graziano Pellè è un buon centravanti il quale, tuttavia, ha dimostrato di possedere il ‘fiuto’ per il goal del peggior Giorgio Chinaglia; Simone Zaza è fisicamente interessante, ma spesso impreciso; Lorenzo Insigne ha le carte in regola per diventare il nuovo Bruno Conti, ma deve lavorare molto sulla propria gracile costituzione fisica; Ciro Immobile è il vero ‘centravanti-boa’ che il nostro calcio stava attendendo da decenni, ma come fu per Roberto Bettega e Roberto Pruzzo, è tenuto a sviluppare un istinto più opportunista nelle aree di rigore avversarie, al fine di siglare anche qualche rete di ‘rapina’ e non solo di ‘potenza’. Aver ‘gettato al vento’ una qualificazione in semifinale per la superficialità disarmante di due ‘giovinastri’ come Zaza e Pellé deve far riflettere: negli ultimi anni, la scarsa maturità umana di sportivi e calciatori ‘iperpagati’ (Cassano, Balotelli e altri) ci ha spesso fatto rimpiangere l’umiltà e la buona educazione di uomini come Gaetano Scirea e Dino Zoff, i quali un titolo da campioni del mondo seppero portarlo a casa. Il talento tecnico e la prestanza atletica non sono gli unici criteri selettivi di una rappresentativa nazionale: anche l’equilibrio psicologico e una personalità ben formata sono elementi che portano, prima o poi, buoni risultati. Una riflessione ‘critica’ intorno a tali ‘aspetti’ la riteniamo, pertanto, quanto mai opportuna. Anche perché, di solito, ‘porta buono’…
(6 luglio 2016)
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